Tenere botta dopo 10 anni dall’inizio della “rivoluzione” nella discografia italiana (che sia stata positiva o meno ancora non ci è chiaro) è l’imperativo per la nuova edizione di X Factor. Il talent show di Sky Uno in Italia trona il 15 settembre con 6 puntate dedicate alle selezioni (il venerdì in chiaro su TV8) e una giuria che dalla dirigenza della pay tv chiamano “Rivoluzionaria perché abbraccia tutti i generi musicali”.
Se la giuria è variegata, speriamo lo siano le proposte che arrivano al programma. Alvaro Soler, Manuel Agnelli, Arisa e Fedez ce la metteranno tutta per scovare il fattore che fa la differenza tra gli aspiranti cantanti. Da quello che abbiamo visto in anteprima, però, c’è da dire che il livello tra gli aspiranti potrà essere anche buono, ma c’è un pizzico di esterofilia disturbante che in parte fa perdere l’originalità del prodotto italiano. Ce lo spiega Fedez: “Gli inglesi ci vengono a studiare, sanno che questa è l’edizione più interessante del format. Anche se c’è da dire che a questo punto siamo rimasti gli unici con gli inglesi a farlo ancora. Quando sono stato in Australia e ho detto che facevo il giudice a X Factor mi trattavano come una specie estinta”.
Arisa torna al banco dei giudici “perché non avevo detto tutto quello che c’era da dire”. E lo fa questa volta con consapevolezza maggiore e molta determinazione: “Ci sono le beghe tra noi, ma quello che mi interessa è far uscire al meglio quello che i ragazzi hanno dentro. Ho attraversato varie giurie. L’ho fatto con Elio, Morgan e Simona Ventura ma per me non è stato mai un lavoro. È più che altro una grande esperienza”.
Alvaro Soler, reduce da un grandissimo gradimento per il suo tormentone estivo Sofia proprio in Italia, è quello più pacato e, per quanto abbiamo potuto constatare, il più ironico. Non vi aspettate un nuovo Mika, anche se Alvaro ha quel tocco internazionale che fa sicuramente bene al programma. Solerte e a suo agio a parlare italiano, il sex-symbol latino definisce Manuel Agnelli, la sorpresa del programma, “un’enciclopedia vivente del rock”. Lo si diceva anche di Morgan, e forse Agnelli avrà quel ruolo all’interno dell’equilibrio dei giudici. “In verità non ho guardato niente delle edizioni passate ma mi ricordo molto Morgan e quanto mi divertiva. Non sarà mai sostituibile, è stato il migliore in questo programma. Io ci sono perché ero pieno di pregiudizi e non sono un personaggio tv. Ho ancora le mie riserve per quanto riguarda il meccanismo che ruota intorno a X Factor, ma lo faccio perché i miei progetti futuri saranno sempre più incentrati sui giovani e sul loro coinvolgimento”. Il leader degli Afterhours dice anche che finora le cose sono andate bene tra di loro: “Arisa serve per scompaginare la quiete, con Alvaro è impossibile non andare d’accordo…l’unica criticità è la scelta dei concorrenti. Già ho avuto dei colpi, è dura dover scegliere tra due proposte che ti piacciono per motivi diversi allo stesso modo”.
Quello che fa bene agli ascolti, ancora una volta, fa male agli artisti.
Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)