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X FACTOR 9, VINCE GIOSADA. PRIMI BILANCI

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DiChristian D'antonio

Dic 11, 2015
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foto: Christian D’Antonio

Se Michele Bravi torna da “veterano” sul palco del talent che l’ha lanciato solo due anni fa, che sono gli Skunk Anansie di Skin ripescati dagli anni 90? Preistoria? Forse sì ed è la dura legge della tv odierna ci vien da pensare, visto che questo X Factor italiano alla nona edizione sembra essere sempre più proiettato nel futuro, con poca riconoscenza per il passato.

Vero è che quando la tornata dei live si era aperta con l’esibizione dei Duran Duran a ottobre, molti sui social network avevano ironizzato: potevano essere i padri degli artisti in gara, magari lo fossero, artisticamente. Stesso dicasi per i Coldplay, altri artisti dall’altro secolo, ma più giovani, che hanno avuto l’onore di avere un mini-show nella finale a Milano, anche se su basi registrate. E Chris Martin si è confermato front-man gentile: durante la performance si è avvicinato al tavolo dei giudici per salutare  i connazionali Mika e Skin, e solo dopo qualche secondo ha dato “il cinque” pure agli sconosciuti Fedez ed Elio.

Un momento di rara tv internazionale sui nostri schermi, va sottolineato. Dove i big della musica si incontrano e scorrono a ritmo serrato. Forse solo a Sanremo se ne vedono di così tante.

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foto: Christian D’Antonio

Il trionfo di una scenografia e di una creatività visiva sempre più internazionale l’ha portato a casa Luca Tommassini, il vero tratto distintivo dell’operazione italiana messa a punto da FremantleMedia, la produzione che cura lo spettacolo per Sky. A volte però, la fotografia di Marcello Jazzetti e la regia di Luigi Antonini in un Forum di Assago stracolmo di gente ed effetti, sono irritanti.

Forse X Factor fa più effetto sui video dei social network e in altri dispositivi a cui mira il marketing del programma, più che in tv. La poca riconoscenza per il passato di cui sopra, va citata anche in relazione alle espressioni di giubilo dei giudici nei confronti dei talenti in gara: sei un artista fatto, padroneggi il palco, non so immaginare cosa ti manca. E noi in platea a pensare: cosa sarà di te da domani?

Veniamo alla musica. Giosada ha vinto con Il Rimpianto di Te che non è il singolo più innovativo uscito dal programma, ma a conti fatti, è quello più da cantante, convenzionale, musicale. Il barese protetto da Elio ha stoffa, non c’è dubbio e si è riscattato contro i pronostici che davano favoriti i campani Urban Strangers, avvolti in un’elettronica e in un’immagine che più 2015 non si può. Sono i nostri Hurts, già vincono nei numeri dei follower su Internet e hanno la presenza da fenomeni teen.

Enrica, pupilla di Skin, è la più penalizzata, ma anche quella che ha ammesso di dispiacersi per l’eliminazione dalla finale dei Moseek, che sono i coccolati dagli addetti ai lavori. Davide Shorty, il palermitano che vive a Londra, la sua gavetta l’ha fatta e a giudicare dalle immagini viste in registrata, è anche quello che ha fatto più clamore nel blitz di ritorno nella sua città, Palermo. “Quando sono tornato a casa per esibirmi, vedere la folla di diecimila persone per me è stato indimenticabile”, ci ha detto alla vigilia della finale. Il suo inedito, My Soul Trigger, spazia tra la black music d’annata e l’hip hop e colpisce per la coerenza linguistica.

Tutti i singoli dei finalisti sono stati a turno al numero uno del dowload di iTunes, con soddisfazione meritata per Andrea Rosi di Sony Music Italy, che cura il lancio discografico dei ragazzi come ogni anno. “Pensiamo che quest’anno il valore artistico delle proposte sia nettamente superiore agli anni passati”, dice il presidente della major. Più facile per il marketing, più impegnativo per chi deve ora riuscire a costruire un percorso duraturo.

Con Lorenzo Fragola nel 2014 Fedez aveva collaudato una collaborazione che appare ormai finita, visto il gelo tra i due. La legge dello showbiz si nutre anche di questo. Il più rafforzato sembra essere Mika, che con Beautiful Disaster ha messo a segno un altro duetto da classifica per il nostro mercato (con Fedez, appunto) e forse questa edizione con giudici “all music” come dicono i produttori, resterà nella memoria anche per questo.

Tra i protagonisti, è venuta fuori bene anche la diociottenne Aurora Ramazzotti, guida della striscia quotidiana da dietro le quinte, dopo un iniziale battage negativo che aveva portato il padre Eros a difenderla pubblicamente. “Sono entrata timorosa e grazie al rapporto che ho stabilito sono molto più sicura”. Anche di voler continuare a fare questo mestiere? “Non sapevo cosa aspettarmi, ma è stata un’esperienza incredibile e sicuramente mi ha aperto una strada”. Che l’X Factor ce l’abbia proprio lei?.

Christian D’Antonio
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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)