«Sono stato io che profeticamente nel 1988 ho cantato In questo mondo di ladri. Gli studenti se ne sono ricordati e lo scorso dicembre a Roma per intonare la loro protesta hanno usato le mie canzoni. Mi hanno chiamato, mi hanno invitato sui tetti a protestare con loro. Io pensavo che fosse un’idea forsennata. Ma poi ci sono andato e ho scoperto una maturità, una consapevolezza che mi hanno arricchito. È stata una delle esperienze più belle che ho vissuto e da lì è partita la concezione principale per questo disco». Nell’album, oltre alla title track e il singolo d’apetura “E Allora Canta” dedicato proprio ai movimenti studenteschi («che hanno risvegliato l’Italia assieme ai referendari» dice Venditti) c’è una canzone con Pacifico (Ti Ricordi Il Cielo) e un’altra intitolata La Ragazza Del Lunedì. Inizia su un tappeto insolitamente dance, forse l’episodio più disorientante dell’album e poi prosegue con un irresistibile presa per i fondelli dell’ex premier. Venditti non le manda a dire: «Una canzone d’amore che è finito va bene per tutti. Diciamo che Silvio non si è curato molto dell’amore per la ragazza del lunedì e quindi questa protesta è per lui. Perché del lunedì? Forse perché sono aperti i tribunali in quei giorni». Il disco esce in un mese particolarmente denso per la discografia italiana: «Non voglio dire che sono in competizione con Pausini o Ferro ma a me dispiace per la situazione italiana. Siamo tutti più scomodi se usciamo nello stesso momento e non è un bene per la vendita dei dischi. Ma ogni disco ha il suo percorso, è stato sempre così». Il suo ultimo album Dalla Pelle Al Cuore è stato un successo da 300mla copie, ma questa nuova uscita ha il sapore della libertà, meno manieristica e più aperta. «Merito anche di due ragazzi siciliani che ho reclutato nel mio studio personale, Giovanni Lositano e Beppe Arena. Voglio dare spazio a chi si vuole accostare alla musica oggi che ci sono poche strade aperte e loro poi, i giovani musicisti, sono entusiasmanti. Chiamano tutto vintage: il suono della chitarra, la batteria. Ma quelli sono i suoni anni 70 che ho usato io e all’epoca non mi piacevano nemmeno, li vedevo come limite».
Venditti partirà in tour dall’8 marzo al Palalottomatica di Roma per approdare a Milano il 27 e viaggiare più o meno in tutta la penisola isole comprese. Annunciata anche una data all’Arena di Verona. E quando la macchina riparte per l’ennesima volta, inevitabile pensare alle differenze tra il mondo musicale di oggi e quello di ieri che Venditti ha vissuto da assoluto protagonista: «Oggi ho attrezzature e metodi di incisioni così elevati che in studio devo quasi ridimensionarmi. A pensare che tutto va a finire su un mp3 è deprimente, mi fa rimpiangere addirittura la cassetta. Ma non mi lamento della mia carriera e della storia che ho vissuto. Ci si deve ricordare che questo è un mestiere che non si può giudicare come gli altri, chi ti dice che sei arrivato, qual è lo scatto di carriera giusto? Non siamo impiegati e non abbiamo certezze. Non sai nemmeno se dopo la prima prova c’è una seconda». E per Venditti che adesso si avvicina alla sua 20esima prova, l’esame è decisamente superato.
CHRISTIAN D’ANTONIO