Sicuramente avrete sentito in radio il suo singolo Raggamuffin e vi sarete chiesti di chi fosse quella suadente voce black. Niente di più falso: l’autrice e interprete è una belga di razza caucasica di soli 21 anni che ha per nome Selah Sue. Una nuova stella nel panorama soul pop europeo che sta imponendo la musica del suo primo album in Benelux e Francia, ma che si appresta a conquistare anche il resto d’Europa. Intendiamoci, musicalmente la Sue non ha rivoluzionato niente. È solo partita da un’ammirazione sfegatata per Laureen Hill fino ad approcciare Prince. E quello che è riuscita a confezionare, con l’aiuto di Cee-lo Green e del bassista-produttore Meshell Ndegeocello, che aveva reso black anche la Madonna di Bedtime Stories, è un compendio di reggae, soul e funk molto convincente. “Avevo 14 anni e per me Laureen Hill era un’ispirazione totale” ci ha detto di passaggio in promozione alla Warner di Milano, la major che l’ha messa sotto contratto “e mi sono ritrovata a fare questo mestiere d’improvviso, senza nemmeno pensare di diventare musicista professionale”. La sua storia sembra una favola della digital age: suona per hobby in un bare di Leuven, la cittadina universitaria belga dove studiava psicologia, passa di lì Mylo, altra icona nazionale da quelle parti, le suggerisce di mettere la musica su myspace. E dopo poco il primo EP (due anni fa, “con i testi più intimi che sono riuscita a scrivere”) per poi arrivare al supporto con Prince quando ha suonato ad Anversa lo scorso novembre. “Il mio manager mi ha letteralmente chiamata due ore prima, sono uscita di casa senza nemmeno farmi la doccia e sono salita sul palco perché Prince mi voleva in apertura del suo show”. Cosa conosceva del genio di Minneapolis una ragazza di 20 anni? “Solo le hit, Purple Rain e Kiss”. Roba da fare invidia a chi sgomita nella gavetta più oscura. “Ma l’ultima cosa che voglio, con questo disco è diventare una star. Voglio essere famosa solo per poter fare altri dischi, non per il successo”. Ma con un aspetto così, ehm, attraente, sarà difficile non cedere al glamour dello showbiz. “Non credo” ci risponde convinta “basta vedere i vestiti che indosso oggi, sono gli stessi di quando ero studentessa”.
CHRISTIAN D’ANTONIO