Un teatro non stracolmo ma particolarmente partecipe quello che ha salutato le ugole delle coriste di Scala, l’ensemble belga di voci femminili dirette dai Kolacny Brothers allo Smeraldo di Milano per il tour italiano del progetto.
I Kolacny si sono inventati anni fa le canzoni rock corali, ovvero i successi da classifica dei più brutti e cattivi in formato “celestiale”. L’esperimento ha funzionato, sono stati chiamati a collaborare alla colonna sonora del film The Social Network e in Italia la Carosello Records ha venduto il loro disco come l’evento di Natale.
Tutta questo c’era nella mente di chi è accorso a seguirli dal vivo per la prima volta a Milano. Ovviamente si capiva che ognuno degli spettatori aveva la sua preferita da sentire. Perché il coro Scala (omaggio all’Italia nons contato) è proprio “viral” nel senso che chi lo segue, lo segue in toto. Nei corridoi all’uscita si discuteva di coreografie misurate e di cover tralasciate. Ma nella top ten del gradimento c’erano sicuramente la riedizione di Black Horse And The Cherry Tree di KT Tunstall e With Or Without You degli U2. Ecco, un’altra peculiarità è che i Kolacny prendono a saccheggio il repertorio pop rock mondiale e lo rendono speciale proprio perché un classico evergreen ha lo stesso sapore di un successo da classifica appena superato.
Hanno tralasciato un po’ di repertorio anni 80 (Depeche, Police) ma immancabili sono arrivate Champagne Supernova (Oasis), Nothing Else Matters (Metallica) e Creep (Radiohead), ormai fiori all’occhiello del coro e a buon titolo, visto che in alcuni passaggi l’esecuzione è stata davvero da brivido.
Non perdeteli quando torneranno con il nuovo spettacolo che lanceranno in Europa a breve.
CHRISTIAN D’ANTONIO