Facile il gioco di parole: Il Volo vince e gli ascolti mettono il volo, con il 54% di share e circa 12 milioni di italiani in media che si sintonizzano su Rai Uno, mai così tanti in 10 anni.
Il problema è che a tratti sembra non siano passati affatto 10 anni. Il Volo è una di quelle operazioni che piacciono indubbiamente più agli italiani all’estero che agli italiani residenti. E a gente come Placido Domingo e company, quindi sicuramente non ci danno indicazione di dove va la musica leggera italiana nel 2015. Ma vincono perché è giusto che tre ventenni abbiano un riconoscimento in patria dopo essere stati ai più prestigiosi premi americani. E poi perché son piaciuti tanto alla platea televisiva (ma quanti di questi comprano?) e perché sono disciplinati e rassicuranti. E anche bravi, sì certo.
Arriva secondo, ma acclamato dalla critica e con un riconoscimento all’arrangiamento più bello, Nek-la rivincita, che con Fatti Avanti Amore non farà fatica a lasciare il segno più indelebile su questa edizione. Molti si sono sprecati a ribadire l’assenza di 18 anni, ma il rocker non ha sono Sanremo nella sua carriera, ha tentato con successo l’apertura ai paesi latini, ha come minimo altri 5 tormentoni in saccoccia dopo Laura Non C’è. Ma comunque questa è una rentrée trionfale. Terza Malika Ayane, con uno dei testi più belli e l’interpretazione più intensa del 2015. È un giusto coronamento di un percorso per la cantante milanese, a patto che non si fermi a questo palco, però.
Dell’ultima serata resterà non poca amarezza per la super ospite italiana Gianna Nannini. Come si fa ad arrivare impreparata in eurovisione e sbagliare due volte l’attacco del ritornello della celeberrima Sei Nell’Anima? Aveva detto prima: “Qui non si prova”. E si vede. Molto meglio Nell’Immensità del sempre in ombra Don Backy.
Alla fine nella classifica (finalmente proiettata senza falsi pudori, dal primo al sedicesimo) fanno bene le ragazze dei talent (Annalisa quarta e Chiara quinta) e male gli altri favoriti della vigilia, Dear Jack al settimo e Lorenzo Fragola al decimo. Sono i vincitori in carica dei due talent più seguiti della tv italiana e si sono meritati questo passaggio, affrontato con la giusta carica e il dovuto rispetto. Già questo, di questi tempi, è tanto. Ma per imporsi, evidentemente deve passarne del tempo e forse è anche meglio altrimenti la sindrome-Scanu è in agguato.
Una volta sbattuta fuori, viene però riabilitata Anna Tatangelo: ammettiamolo, è penalizzata dal personaggio ma professionalmente non fa una piega. Ne si percepisce l’assenza quando a cantare sono in finale Bianca Atzei o Di Michele e Coruzzi. Tutti hanno meritato un applauso per impegno e coraggio, ma il tempio della canzone italica merita altro.
La riscossa ha contagiato anche Gianluca Grignani (ottavo posto) che con qualche incertezza nell’esecuzione era in zona rossa all’inizio del festival. Invece si è premiato il coraggio e la verità. Non si sono distinti in tutta la settimana invece, Alex Britti (11) e Irene Grandi (12), altri esponenti del pop italiano anni 90. Che cosa è mancato? Anzitutto canzoni memorabili che possano aggiungere qualcosa all’indubbia maestria e professionalità. Quella che ha avuto Marco Masini (6) che rimonta nell’opinione pubblica perché il pezzo convince, è non convenzionale e fa forza proprio su se stesso e sull’interprete.
Cosa resta ora, al netto della gara e dell’incognita ascolti? La prova della radio e della doccia. Chi la passerà, avrà un posto nella storia pop italiana di quest’anno.Facile il gioco di parole: Il Volo vince e gli ascolti mettono il volo, con il 54% di share e circa 12 milioni di italiani in media che si sintonizzano su Rai Uno, mai così tanti in 10 anni.