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SanRemo 2015, la nostra “visione” – terza serata

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DiChristian D'antonio

Feb 13, 2015

 

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Foto: www.sanremo.rai.it/ copyright San Remo

Confortato da ascolti e gradimento stranamente in crescita, Sanremo2015 prosegue a macinare canzoni e momenti di divertente show. E per una volta in tanto tempo ci si affeziona davvero a chi sta gareggiando.

Come per le Nuove Proposte, con Rakele e Giovanni Caccamo che risultano essere i più pronti per spiccare il volo. “Non Lo So Cos’è L’Amore” rende dal vivo anche con una struttura fortemente elettronica e contemporanea, davvero una sferzata al presente che ci voleva. Caccamo cattura per la sua faccia e la sua eleganza nell’esecuzione, meriterebbe molto e Caterina Caselli ha ancora una volta fatto bene i conti.

Le cover quest’anno hanno sostituito i duetti dei big con i colleghi non in gara. Un esperimento riuscito che sulla carta aveva qualche rischio, visto che nelle ultime edizioni i momenti di maggior spettacolo erano stati (ingiustamente?) riservati all’arrivo di chi non competeva. Effetto Tale e Quale Show, si dice in giro, ma se lo si vede come un omaggio alla grande canzone italiana, non necessariamente festivaliera, la scelta assume altro, più alto, tono. Irene Grandi aveva già rifatto con successo brani di Mina, quindi il riarrangiamento di un pezzo di Patty Pravo sembra una passeggiata. Curiosamente la gara è vinta da Nek con Se Telefonando, un rifacimento in chiave power pop che convince ma risulta inferiore al pezzo inedito che il cantante di Sassuolo ha in gara. Significa proprio che Fatti Avanti Amore ha una marcia in più (e mezzo milione di views su Youtube ne sono una conferma).

Annalisa si riscatta con Ti Sento dei Matia Bazar, che non fa rimpiangere gli acuti della Ruggero, e non è l’unico ripescaggio dal 1985. Arrivano infatti gli Spandau Ballet, voluti da Conti per ricordare quel mitico Sanremo in cui lui stesso li inseguiva “assieme a quell’altro gruppo” (a voi il compito di capire chi…). Gli Spands si sono rimessi assieme da 5 anni, hanno già fatto un tour in Italia (il prossimo parte a marzo) e un passaggio al Festival del Cinema di Roma. Evidentemente però ci voleva l’Ariston per riportarli nella coscienza collettiva degli italiani. Standing ovation al termine del medley raffinato di loro celebri hit e solita toccatina sul sovrappeso di Tony Hadley.
Esibizione notturna invece per i Saint Motel, uno dei gruppi più venduti in Italia nell’ultimo anno, peccato che la loro hit My Type sia stata macchiata da un incidente al microfono. Il nuovo singolo Cold Cold Man è uno dei pochi esempi di sequel ugualmente avvincente.
Vincenti anche le scelte di cover di Chiara, Moreno e Marco Masini: brani meno conosciuti ma se ne apprezza il coraggio e forse la classifica finale ne risentirà. Non si capisce perché Biggio e Mandelli abbiano voluto a tutti i costi rifare Cochi e Renato anche nella serata delle cover, il loro inedito già bastava. Lode al rispolvero di Giuni Russo, ma Platinette e Di Michele stentano in versione scanzonata. Un po’ leziosa la versione di Vivere di Malika Ayane, un po’ sfasati ma coraggiosi, Grignani e Raf, che si sono scelti pezzi davvero difficili e non sono messi bene in classifica. L’amore per la musica al di là delle logiche? Come per Nesli, che in look rinnovato e ambientazione simil-dark ci prova con Mare Mare, un’interpretazione lontana dalla perfezione che però resta in mente. Forse è questa la cifra dell’intero festival targato Carlo Conti.

Christian D’Antonio
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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)