C’è stato un tempo in cui Amici, il programma tv di Maria De Filippi, era un semplice talk show con ragazzi che si esprimevano su svariati argomenti. Uno dei più interessanti era Alessandro Errico che per caso, in un sabato pomeriggio di metà anni 90, portò una chitarra in studio e iniziò a cantare. La Sugar di Caterina Caselli lo notò e nel 1995 uscì un album che vendette 100mila copie, Errico si ritrovò a fare il teen idol, andò pure a Sanremo…e poi i tempi cambiarono.
Nel 2014 Alessandro Errico è un artista più consapevole che però, come molti, fatica a rientrare nel circuito mainstream. E allora sceglie l’ironia, invece della chiave polemica, per par parlare di sé.
Alessandro infatti è ritornato al Festival dopo le sue apparizioni del 1996/97 con il brano “Il mio paese mi fa mobbing”. Nonostante l’esclusione della sua canzone dal cast della kermesse sanremese del 2014 il cantautore romano, con l’ostinazione di chi vuole fortemente raggiungere un suo obiettivo, ha vissuto l’ultima edizione“ con un’operazione assolutamente ironica intitolata #Sanremoperforza al punto da ricevere il premio della critica direttamente dal fondatore del premio Giò Alajmo “vincendo” la 64° edizione del Festival.
Come è solito dire Alessandro, il tema della guerra è stato affrontato spesso dalla forma canzone (“Le déserteur” di Boris Vian, più conosciuta nella versione italiana tradotta da Giorgio Calabrese ed interpretata da Ornella Vanoni e Ivano Fossati, ne è un fulgido esempio). Nel testo di Vian, il tema è la guerra vera, quella a cui il personaggio della canzone non vuole partecipare e quindi diserta.
Nella canzone di Alessandro il contesto è invece cambiato. La guerra non è più sul campo di battaglia con fucili e carri armati, ma si combatte tutti i giorni e tutti i giorni si muore un po’. Si muore non per paura, ma si muore lentamente e quotidianamente per quella che in gergo medico è definita “sindrome di Burnout”, un vero e proprio cortocircuito psicofisico che crea danni devastanti: all’umore, alle relazioni familiari, amicali e sociali, alla capacità di affrontare le incombenze quotidiane. Fino ad intaccare la voglia di continuare a vivere. Il mobbing è una vera e propria “guerra non convenzionale”.
Il brano “Il mio paese mi fa mobbing” termina con la frase “io armi non ne ho”, ed è chiaramente una variante “attualizzata” e meno pacifista de “Il disertore” di Vian.
Qui il video del brano:
Alessandro Errico – Il mio Paese mi fa mobbing – Sanremo 2014
CHRISTIAN D’ANTONIO