Fa tenerezza Renzo Rubino, il nuovo cantautore predestinato a far parlare di sé al prossimo San Remo, quando si stupisce di tutta l’attenzione che c’è per la sua canzone. Alle prese con le prime interviste della sua carriera, il 25enne di Martina Franca (Taranto) trasecola: «Solo perché descrivo di una storia d’amore la gente si appassiona. Questo è quello che volevo, farmi ascoltare da quanti più è possibile, ma certo non cerco il successo o il chiacchiericcio».
Se ne parla perché la storia d’amore descritta in Il Postino (Amami uomo) è, per l’appunto tra due uomini. «C’è il protagonista che un giorno per coronare il suo sogno d’amore per un altro uomo lascia la famiglia e se ne va. Rinuncia a tutto per il vivere senza compromessi. È una storia bella che mi ha sfiorato e la voglio raccontate semplicemente».
Se gli chiedo quanto ha aiutato il coming out di Tiziano Ferro nell’ambiente discografico a sdrammatizzare sulla tematica, sbarra ancora più gli occhi: «Non saprei dire se ha ambiato qualcosa, sicuramente ha dato un contributo, ma la mia canzone parla d’amore e ancora nel 2013 si sta a puntualizzare tra chi?».
Rubino è un personaggio stravagante, non tanto per l’aspetto, abbastanza comune a tanti ragazzotti italiani, ma quanto per le scelte. A 20 anni ha lasciato il Sud e si è trasferito a Ravenna a casa di un amico, vendendo tutto quello che aveva («la macchina e la playstation», una delle cose più a effetto che ci è capitato di sentire ultimamente). Il suo sogno era studiare al CPM di Milano. E ci ha visto lungo perché lì ha conosciuto Andrea Rodini, che oltre a fargli da produttore per il disco d’esordio Poppins, è anche stato il vocal coach della squadra di Morgan a X Factor. «Mi sono da subito confrontato con gente di esperienza e ho imparato tanto, avevo sete di imparare da tutte le arti, il teatro e la danza in primis. Io volevo fare l’attore da piccolo e nel mio spettacolo metterò dentro tutte le mie ambizioni».
Rubino è talmente ambizioso che addirittura ammette di essersi imposto come opener di Al Bano in una festa di piazza. A insaputa del cantante, c’è da dire. «Lui non ha reagito, nel senso che secondo me non gliene frega niente, era lì per cantare poi torna a casa e fa il vino. Un contatto però c’è stato quella sera: il suo manager ci ha detto a noi giovani di aspettare per andare a cena con il maestro Al Bano. Abbiamo aspettato fino alle 4 di notte ma la cena non si è vista. Ora ho saputo che è stato invitato al festival, quindi è la volta buona che ci offrirà una cena». A volte Rubino parla al plurale perché si riferisce ai membri ella sua band, Gli Altri, che non lo abbandonano nemmeno in questa fase in cui a fare promozione è da solo.. «Li recupererò quando andrò in tour dopo San Remo» dice.
Il disco che sta preparando («frutto di 3 anni di scrittura e 20 giorni di tempo per ultimarlo») è un incrocio tra pop e brani orchestrali, grazie alla presenza dell’amico e arrangiatore del mitico Domenico Modugno, Marcello Faneschi. Anche su Faneschi Renzo snocciola aneddoti: «Me ne capitano tante. Come vagare di notte su di giri col maestro Faneschi alla ricerca di sigarette sono quelli i momenti in cui mi racconta le cose più divertenti delle sue amicizie passate».
Alla fine della lunga conversazione in un grattacielo della nebbiosa Milano, non ho capito se Renzo è cosciente di quello che sta facendo. Se ne sentirà parlare molto e, per sua stessa ammissione, è abbastanza incosciente nei confronti di quello che gli sta capitando. «San Remo è uno splendido regalo, ma per me aver svoltato significa aver avuto persone che credevano in me, è stato quello il punto di svolta. Il poter far ascoltare alle persone giuste la mia musica, senza dover passare da tv e reality show è fantastico, sono fortunato per questo, oltre che per andare a San Remo». Sente già che il mondo attorno a se sta cambiando. «Mia madre è impiegata a scuola e fa la vip già adesso, mio papà ha attaccato 800 manifesti per il paese. Finalmente dopo tanti anni una notizia buona per i miei. E quello che sta capitando a me e alla mia musica è speciale perché sta riempendo la vita in maniera positiva per tante persone che ruotano intorno a me».
CHRISTIAN D’ANTONIO