Avviso agli ascoltatori “choosy” come direbbe il ministro Fornero: non accostatevi a questo disco con pregiudizio. Nella raccolta che Platinette ha dato alle stampe per l’etichetta Self non c’è gusto spudoratamente drag. L’intento è di ripescare da un repertorio italiano di vecchia data delle “perle” considerate a tratti trash a tratti trascurabili e ridare nuova chance. Come le è venuto in mente di accostare Oxa, Rettore, Grazia Di Michele e Giuni Russo? «La sensazione che il tempo stia cambiando e che non sono più parte di questo tempo. È una sensazione che mi è venuta da quest’anno, prima quando ho fatto la parte per un film di Ozpetek, poi quando i Matia Bazar mi hanno invitato sul palco di Sanremo (e sono stati eliminati, ndr). Non c’è tempo da perdere e se da un lato mi sorprende ancora essere in pista dopo 12 anni, dall’altro credo che sia arrivato il momento di fare tutto quello che si può con le opportunità che ho». E le opportunità non si chiamano certo talento smisurato ed estensione vocale da brivido. Ma come sottolinea il produttore e arrangiatore Michele Ranauro «l’importante è la professionalità che si mette nell’accostarsi a un’operazione del genere. Abbiamo trattato i pezzi per ridare voce a talenti indiscussi».
Le canzoni di Perle Coltivate le ha scelte tutte Mauro Coruzzi in arte Platinette. «Non volevo fare un disco da travestita per fare effetto, certo c’è un pezzo con Gennaro Cosmo Parlato che ha scritto inseguendo il dancefloor delle feste a tematica gay, inutile nasconderci. Ma c’è anche tanta poesia dimenticata. Per me Rettore, prima di Lady Gaga che è una tarocca, ha fatto cose di immensa intensità. Come pure Anna Oxa, che non ho mai seguito con reverenza ma che negli anni 80 si poteva permettere di fare questa Cielo di Cristallo che io ripropongo con Aida Cooper». E ne ha ancora per altri: «Quando Orietta Berti è venuta in studio per fare Dimmi, un pezzo di un autore sfortunato Umberto Balsamo, è lì che si capisce la statura di un talento immenso. Con un’intonazione perfetta e umiltà ha cantato e tutti si sono ammutoliti. Lo stesso va riconosciuto a Iva Zanicchi che spesso viene decontestualizzata. Il suo potenziale blues in Italia era raro. Un repertorio semi-sconosciuto che ho voluto rappresentare ripescando Mi Cercherai. Io sono d’accordo con Iva: non aver invitato queste autentiche glorie al concerto per l’Emilia è qualcosa che va molto vicino al razzismo».
Il disco intero è prodotto dalla compagna di Giuni Russo, Maria Antonietta Sisini che ha prestato a Platinette la traccia vocale di Aprite le Finestre per un duetto virtuale molto inusuale.
CHRISTIAN D’ANTONIO