In Italia siamo abituati ad ascoltare, in radio e sul web, generi musicali melodici costruiti e voci troppo spesso ‘urlate’, in cui il cantante o la cantante di turno ‘grida’ proprio per esprimere le proprie potenzialità vocali, concentrandosi più sulla tecnica o sull’effetto “wow” anziché sulla ricercatezza del testo, degli accordi, del significato spirituale o profondo che un invece artista dovrebbe esprimere attraverso la sua arte. Manca il pathos, per intenderci, non siamo abituati all’ascolto ed alla percezione energetica della musica.
Come testata giornalistica stiamo indirizzando la nostra scelta editoriale verso quegli artisti che, invece, trasmettono quel senso di coinvolgimento e di appartenenza ai loro lavori, ai cantautori per intenderci. Senza tralasciare comunque gli altri generi più commerciali o comunque seguiti dalla massa, perché vogliamo dare comunque spazio a tutta la Musica, ma è giusto che giornalisticamente sia offerta l’opportunità ai lettori di documentarsi, scegliere ed imparare ad educare l’ascolto. Personalmente sono molto orientata alla musica folk ed alternative folk, pur essendo cresciuta con il pop/rock che continuo ad apprezzare e seguire moltissimo.
Tra gli artistisui quali stiamo focalizzando la nostra attenzione c’è una cantautrice e pianista britannica Olivia Chaney, di formazione classica, che si è laureata presso l’accademia musicale England’s Royal Academy of Music prima di sperimentare, in via autodidatta, la chitarra e l’harmonium indiano con ispirazione British folk. Olivia ha ottenuto un riscontro di pubblico notevole ed un seguito incalzante, sia nel Regno Unito che a livello internazionale, per le sue live performance eclettiche nonché per la sua musica ricercata.
Nel 2013, ha realizzato un EP, seguito nel 2015 dall’album realizzato con gli artisti ‘Nonesuch’: “The Longest River”, definito da ‘The Guardian’ quale ‘creazione incantevole e maestosa’, riconosciuta trai ‘Best Of 2015’ e recensita su Uncut, Mojo, PopMatters, Chicago Reader e molti altri. Mentre il newspaper britannico ‘The Independent’ l’ha inserita trai ‘Top 5 Albums of the Year’, definendo il suo lavoro ‘Un punto di riferimento‘.
Lo scorso anno Olivia ha collaborato ad alcuni album: il primo “Folk Songs” con gli artisti Nonesuch: Natalie Merchant, Rhiannon Giddens, Sam Amidon e Kronos Quartet ed il secondo “The Queen of Hearts” di Offa Rex, un album di una nuova band formata da Olivia e The Decemberists, nominata per un Grammy alla scorsa edizione del 60th Annual Grammy Awards nella categoria ‘Best Folk Album’.
Lo scorso 15 Giugno, i Nonesuch hanno pubblicato il secondo album di Olivia “Shelter”, prodotto da Thomas Bartlett (David Byrne, Sufjan Stevens, St.Vincent, The National, Florence Welch). Acclamato trionfalmente dai media inglesi, che lo hanno così definito: “anche gli arrangiamenti più semplici sembrano trascendere una musicalità intrinsecamente fluida. Dalla serenità senza fine della title track di apertura al neo-classico ‘House On The Hill’, ecco il rifugio trascendente dalla tempesta” (Uncut); “Un lavoro ricercato, con la maestosità di Chaney che trasforma le canzoni in performance recitate. Un album elegante e luminoso” (Observer); “Una bellissima meditazione sulla condizione umana” (Sun); “L’avvincente seguito del debutto acclamato di Chaney è un esercizio di semplicità impreziosita. Un trionfo” (Daily Mirror).
Negli anni passati Olivia ha collaborato con diversi artisti tra quail Robert Plant, Eliza and Martin Carthy, The Decemberists, Shirley Collins, Alasdair Roberts, Kronos Quartet, Zero 7 and The Labèque Sisters.
Olivia è attualmente impegnata in tour negli Stati Uniti. Potete ascoltarla ed apprezzare la sua voce e le sue doti artistiche visitando il suo canale youtube, cominciando ad ascoltare il brano “House on a Hill” e poi, magari, decidere di acquistare il suo album, il vostro udito vi ringrazierà.
Sito ufficiale: www.oliviachaney.com
Luana Salvatore