Norah Jones non intendeva fare un altro album. Dopo aver finito il Day Breaks tour del 2016 – il suo amato ritorno al jazz al pianoforte – si è allontanata dalla consueta routine per la realizzazione di un album e siè avventurata in un nuovo territorio: una serie di brevi sessioni realizzate con un turnover di collaboratori che ha generato diversi singoli (con Mavis Staples, Rodrigo Amarante, Thomas Bartlett, Tarriona Tank Ball e altri). Ma poi è successa una cosa strana. Lentamente, ma inesorabilmente, le canzoni delle sessioni che Norah Jones non aveva pubblicato si sono concretizzate proprio in ciò che intendeva evitare: un album. Perché Pick Me Up Off The Floor non è un collage incoerente. Tiene magnificamente insieme, collegato dal coinvolgente groove dei suoi trii con pianoforte, testi che affrontano la perdita e presagiscono la speranza e un feeling che indugia nell’oscurità prima di trovare la luce.
“In ogni sessione ho realizzato canzoni extra che non ho pubblicato e che sono state raccolte nel corso negli ultimi due anni “, afferma Norah Jones.” Mi sono davvero innamorata di questi pezzi, avevo i mix non definitivi sul mio telefono e li ascoltavo mentre passeggiavo con il mio cane. Le canzoni hanno continuato a girarmi in testa e mi sono resa conto che erano attraversata da un surreale filo conduttore, come un sogno febbrile che si svolgeva in qualche luogo tra Dio, il Diavolo, il cuore, il Paese, il pianeta e me”
E’ evidente come questo insieme di canzoni combini diversi colori sonori (blues, soul, americano e varie sfumature del jazz) e trasformi anche il dolore personale, politico e il trauma sociale in un unico corpo variegato. Anche il significato del titolo dell’album sembra cambiare. Le parole “Pick Me Up Off the Floor” a volte giocano come un’invocazione per un intervento esterno, come nell’apertura di “How I Weep”, in cui la Jones piange una grave perdita con note meditative su un mormorio di archi.. Ma in altri momenti le parole sembrano una dichiarazione di intenti in stile bootstrap, come in “I’m Alive”, realizzata a Chicago con Jeff Tweedy degli Wilco (e suo figlio Spencer alla batteria), dove l’artista mostra la sua precisa direzione pur nella confusione del flusso degli eventi: “È schiacciata da pensieri notturni sugli uomini / Che vogliono i suoi diritti e di solito vincono / Ma è viva, oh è viva.”
“Vivendo in questo paese – in questo mondo – negli ultimi anni, penso che in fondo si avverta la voglia di dire “Risolleviamoci da questo casino e proviamo a capire alcune cose'”, afferma Jones”. Se c’è oscurità in questo album, non è pensata per raffigurare un imminente senso di sventura, è più un desiderio umano di connessione. Alcune delle canzoni più personali si possono riferire anche ai problemi che in genere tutti affrontiamo. E alcune delle canzoni che riguardano argomenti molto ampi sono adatte allo stesso tempo per situazioni personali.”
Il titolo si adatta perfettamente anche al modo in cui queste canzoni si sono aggregate. Mentre la serie di singoli di Norah Jones continua, e molti sono stati completati per il mini album Begin Again del 2019, Pick Me Up Off the Floor crea la magia di musica che avrebbe potuto essere trascurata. Volendo trascorrere più tempo con la sua famiglia e ricordare l’emozione della collaborazione con Danger Mouse per Little Broken Hearts del 2012, Norah Jones ha deciso il suo nuovo approccio all’inizio del 2018: una sessione al mese con un cantante, un musicista, un gruppo o un ingegnere diversi . Invece del suo solito processo metodico, si preparava molto poco e non aveva aspettative: se una collaborazione dava i suoi frutti, bene; in caso contrario, pazienza. La spina dorsale di questo album si è formata velocemente, nella seconda sessione particolarmente fruttuosa con il batterista Brian Blade e il bassista Christopher Thomas, che hanno realizzato sette canzoni in tre giorni.
Tre di queste sono stati inseriti qui: “Hurts to Be Alone”, un brano soul-jazz che vede la Jones a piano, Wurlitzer e organo Hammond B-3; il brano dal sapore di valzer triste ” Heartbroken, Day After”, che si conclude in modo cinematografico; e “Were You Watching”, una voce misteriosa i cui gli oscuri versi sono stati scritti dall’amica poetessa Emily Fiskio. Questa collaborazione ha anche modellato quello che sarebbe diventato Pick Me Up Off the Floor. Ispirata dal lavoro di Fiskio – oltre a tutti i Dr. Seuss e Shel Silverstein che ha letto ai suoi figli – Jones ha scritto per la prima volta il testo poetico in anticipo rispetto alla musica. Blade si rivede con il bassista John Patitucci nel tempestoso “Flame Twin”, e Jesse Murphy, il bassista delle Brazilian Girls, sia nella rilassante “Say No More” sia in “This Life”, che mette in mostra una voce particolarmente inquietante di Jones .
“Non so se ero in una particolare condizione o se questo processo l’ha attivata, ma mi sono sentita più creativa nell’ultimo anno di quanto lo sia mai stata”, afferma la Jones, che ha apportato gli ultimi ritocchi a Pick Me Up Off the Floor all’inizio del 2020. Ripensando completamente il modo in cui ha fatto musica, Norah Jones ha scoperto una nuova fonte d’ispirazione, con il fortunato, se non inaspettato, risultato di creare un album, senza volerlo fare, di straordinaria profondità e bellezza che.
L’imprevedibilità è stata un segno distintivo della carriera di Norah Jones sin dall’inizio. C’è stato, ovviamente, il suo incredibile debutto nel 2002, Come Away With Me, rimasto per 164 settimane in classifica, seguita dai Premi Grammy, che ha lanciato la passione per un pop acustico riflessivo carico di jazz. Molti artisti avrebbero semplicemente ripetuto quella ricetta per il successo, ma Norah Jones non è mai rimasta confinata in un singolo suono o stile. Ha iniziato altri progetti con la band indipendente El Madmo, il gruppo country Puss N Boots (che ha appena lanciato il loro secondo LP, Sister), a Foreverly del 2013, un set di cover di Everly Brothers con Billie Joe Armstrong. È apparsa in brani di Herbie Hancock, Foo Fighters, OutKast, Willie Nelson e Sharon Van Etten e molti altri. E ciascuno dei suoi album ha rotto qualunque matrice avesse impostato con l’ultimo. È stato un viaggio pervaso da una chiara ispirazione in cui siamo stati tutti felici di trovar posto.
Nonostante la genesi di Pick Me Up Off the Floor, anche queste 11 canzoni presentano un viaggio. Mentre un certo terrore esistenziale si insinua attraverso il mix, la speranza arriva con “To Live”, uno spiritual che Norah Jones ha originariamente scritto pensando a Mavis Staples: “Se l’amore è la risposta, davanti alla mia faccia / Vivrò in questo momento e troverò il mio vero posto “. Le nuvole si dipanano ulteriormente nelle ultime due canzoni. Tra i tamburi e la cassa di “Stumble on My Way” e in “Heaven Above” Norah Jones sembra finalmente raggiungere un luogo di pace accettando le cose che non possiamo cambiare e ringraziando per il bene che otteniamo. In questo modo, Pick Me Up Off the Floor offre la catarsi a chiunque venga catturato nel suo caldo abbraccio.