Ci sono riferimenti alla politica, ma anche denunce dal sapore “eco” e atmosfere indie. Non stiamo presentando il disco di una band emergente ma il nuovo album di Nada, signora della nostra canzone d’autore che in queste settimane esce con un lavoro sorprendente e fresco dal titolo Vamp. Tranquilli, niente glamour o voglia di esposizione mediatica. «Non volevo far riferimento all’estetica femminile in quel titolo» ci dice parlando orgogliosa del suo ultimo lavoro «ma riscoprire una parola d’impatto e di coraggio. Questa è un’epoca in cui devi fare i conti anche con un pubblico che per mancanza di tempo o voglia non vuole fermarsi ad ascoltare e un titolo così cattura». Vamp raccoglie brani inediti che Nada ha scritto con alcuni degli autori e produttori più interessanti in circolazione, come Cesare Basile, Massimo Zamboni o un produttore di caratura internazionale come John Parish. Poi c’è Manu fusaroli che ha portato all’attenzione della critica ensemble emergenti come Il Teatro Degli Orrori. Cosa c’è in questa costante ricerca del nuovo che caratterizza la produzione di Nada negli ultimi anni? «Soprattutto la voglia di scoprire e di incontrarsi. Gli artisti fanno così no? Ci si incontra e se ci si piace si inizia a lavorare assieme. Voglio precisare che però la cosiddetta scena indie non me la sono andata a cercare io. Sono loro che vengono da me e io volentieri accetto suggerimenti». Questi matrimoni con differenze di età funzionano sempre? «E perché non dovrebbero? Anche se si avvicina uno sconosciuto che ha una bella canzone o un’idea valida io lo sto ad ascoltare, non mi faccio pregiudizi». Il coraggio paga. Nel disco ci sono dei veri punti alti come Il Comandante Perfetto, un testo molto particolare che parla dell’orgia del potere, di questi tempi molto più dibattuta sui quotidiani che nell’arte. E in L’Elettricità la cantante livornese si chiede se è efficace e vantaggioso «puntare su una potenza come il nucleare che però ci porta il rovescio della medaglia». Lei giura di aver scritto queste canzoni prima che i relativi temi tornassero di scottante attualità. E per definire al meglio Vamp sentite cosa dice: «Anche questa volta è come se fosse il primo disco. La curiosità, l’entusiasmo, il piacere di scomporre, frullare quello che ho lasciato dietro per me è imprescindibile. In queste 10 canzoni rido, piango e mi diverto sull’orlo del dramma a far piangere una sirena, a chiamare la luna, sbrindellare una serenata, a inchiodare un comandante, ad aspettare la neve d’estate, ed elettrizzo l’amore con lance infuocate da lingue di piacere, nelle piantagioni di ossa che mi fanno raccogliere nell’oceano».