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testata giornalistica – reg. Trib. terr. n. 2/2010

Micaela Tempesta presenta il suo album “.BLU.”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali

Luana Salvatore

DiLuana Salvatore

Mag 18, 2018
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Foto: Tiziana Peperino

Disponibile a partire da oggi, 18 maggio, su tutte le piattaforme digitali .BLU.”, l’album d’esordio della cantautrice napoletana Micaela Tempesta (MICAELATEMPESTA). Un album di dieci tracce, di ispirazione R’n’B, con influenze che vanno dall’elettronica all’hip hop ed una impronta personale che afferma il cantautorato italiano.  L’album è prodotto da Massimo De Vita (già fondatore e frontman dei Blindur), Paolo Alberta (produttore indipendente e fonico di fiducia dei Negrita) e missate da Andrea Suriani (Cosmo, Coez, Calcutta).

“.BLU. è un viaggio intimo con suoni potenti”, all’interno: brani d’amore ed uno spaccato della società odierna, con un tocco di leggerezza e sperimentazione che non guastano mai.

Canzoni d’amore come “Invincibili” o “In bilico”, grazie agli arrangiamenti black acquistano un’intensità emotiva non indifferente. Non manca il brano che ogni napoletano scrive alla sua città con forti influenze hip hop e reggaeton ed un campione d’epoca di una vecchia canzone napoletana. Il cantautorato italiano lo si percepisce in tracce come “D’amore e d’altre guerre” e “Ci vediamo domani”.  Argomenti meno pesanti e più “terreni”, li possiamo sentire in “Usami” e “Serena-mente”. Non manca il pezzo che sa d’estate “Tumulto e Silenzio” e anche il brano che descrive il nostro vivere negli anni duemila troppo attaccati al virtuale “Favole”. Un orecchio di riguardo invece serve per l’ascolto di “Per te” nata da una classica ballad folk e trasformata dal produttore artistico in un viaggio solo voci sporche, lontane, tunate ma anche calde. C’è di tutto in questo album pur mantenendo intatta la forte personalità artistica della cantautrice , un lavoro assolutamente al passo coi tempi che strizza l’occhio all’estero e rinnova la classica canzone italiana.

Micaela Tempesta nasce a Napoli. Autodidatta, suona ad orecchio vari strumenti tra cui chitarra, pianoforte e basso e, ultimamente, anche strumenti meno “tradizionali” come plug-in su laptop, campionatori e synth. I primi passi “seri” verso la musica li muove grazie alla frequentazione di uno studio di registrazione napoletano che si occupava principalmente di produrre musica dance e remix. Presta così la voce e il suo songwriting a numerosi progetti dance licenziati principalmente all’estero. Dopo qualche tempo abbandona la lingua inglese in fase di scrittura e comincia a scrivere in italiano prestando una certa attenzione, oltre che ai contenuti, al suono della parole. L’esperienza fatta nella dance music,  ha influenzato molto il modo di scrivere, che non è il classico cantautorato italiano,  con un sound che in parte viene da fuori i confini italiani e in parte sicuramente dalle radici partenopee. Ha aperto in concerti napoletani di di Kaki King, Niccolò Agliardi, Pier Cortese, Z-Star, Erica Mou. In parallelo alla musica, per un periodo si è dedicata al giornalismo collaborando con testate locali (on-line e cartacee) e coordinando una redazione di giovani giornalisti. Si è occupata, in veste di direttore artistico, in un locale della sua città, di creare “viva (io) partenope (o) una rassegna che ha visto la partecipazione di alcuni dei migliori talenti nati a Napoli e in Campania.

Abbiamo intervistato Micaela per saperne di più sul suo album .BLU.” e, nell’occasione, ha parlato del suo lavoro ma anche della sua Napoli, di come vede la situazione musicale attuale, nella città dove vive e nel nostro Paese.

Veniamo al brano, “Invincibili”. È una canzone d’amore. Parli di un amore finito o infinito (ed impossibile)?
“Ci sono alcuni rapporti che sembrano resistere al tempo, ai capricci dei singoli individui che formano una coppia. Rapporti che hanno poca logica dentro e che sono molto radicati al di là del corpo. Non so se è una canzone d’amore , sicuramente era un messaggio che volevo recapitare a qualcuno e che è arrivato praticamente a chiunque che vuol dire che forse quello che avevo io dentro ce l’abbiamo in tanti

C’è una dedica alla fine del video: “Ai legami forti, agli amori im / possibili. Ai napoletani. A Marek HamšíK”.

La dedica agli amori difficili da rompere è chiara. Poi c’è una dedica ai napoletani e a Hamšík. Ti riferisci al centrocampista del Napoli? C’è ancora un legame molto forte tra il calcio e i napoletani?
“Marek è arrivato a Napoli credo 10 anni fa. Da quel giorno ha rifiutato qualunque proposta da parte di altre squadre perché si è innamorato e ama, ad oggi, Napoli, i napoletani e ovviamente la maglia della squadra di calcio che veste. A Napoli il calcio è una religione,  ci sono immagini di S.Gennaro e Maradona equamente distribuite nei portafogli il calcio è una delle poche cose realmente trasversali (cioè che prendono ogni ceto sociale razza e religione). Puoi litigare su tante cose ma davanti alla partita siamo tutti veramente uniti e uguali

Che aria si respira a Napoli, culturalmente e musicalmente parlando? Ti piace la tua città?
“Musicalmente e culturalmente parlando, Napoli è sempre stata gravida. C’è musica dovunque, la gente canta di default. Siamo sicuramente una città con un’alta qualità culturale , forse c’è troppa offerta però non sappiamo come gestirla. Voglio dire ci sono tantissimi artisti veramente bravi che restano confinati in città e non riescono ad uscire ed i motivi spesso e volentieri sono dovuti ad una scarsa propensione del napoletano ad uscire dalla propria “comfort zone””

Hai altri colleghi musicisti con cui lavori?
“Ho una miriade di colleghi e amici musicisti ma lavoro solo con uno, Massimo De Vita. Un po’ per carattere, un po’ per affinità elettive, un po’ perché quando lavoriamo ci divertiamo e non ci costa fatica.
Massimo è il fondatore ed il frontman dei Blindur,  inoltre un produttore artistico che a me piace definire saggio. Riesce ad entrare nel tuo mondo e a tirarlo fuori con estrema facilità”

Ti va di parlare del nuovo album?
“Il mio album .BLU. ha avuto una gestazione lunghissima. Uscirà il 18 maggio in tutti gli store digitali ed è completamente autoprodotto da me, Massimo De Vita e Paolo Alberta (fonico di fiducia dei Negrita e produttore indipendente). INDIPENDENTISSIMO.  Penso che il tema principale sia la vita piuttosto che l’amore. L’amore ha una grossa fetta della nostra vita ma anche i posti dove nasciamo, dove viviamo, il come viviamo contano e quindi diciamo che è un disco che parla sicuramente di vita, “d’amore & d’altre guerre” ( è il titolo di un brano dell’album)”

Cosa ne pensi del panorama musicale attuale, dei talent e del music business in generale, ritieni che la musica sia sacrificata in favore dello spettacolo e dell’audience? Quanti anni hai?
Di anni ne ho troppi in più di quanti ne dimostro, e siccome sono una signora evitiamo di dirlo J Proprio perché ne ho troppi riesco forse ad avere una visione della musica ancora “romantica”. Ad esempio se mi chiedi se il talent sia musica ti rispondo di no, il talent è uno spettacolo che va in onda in tv, la musica non sta più in tv dall’inizio degli anni ’90. Diciamo che oggi più che sacrificarla in nome dello spettacolo e dell’audience la musica viene sacrificata di più in favore dei fast food digitali. Con le piattaforme di streaming  è di nuovo cambiato il modo di produrre. Si sta sacrificando la qualità, la profondità a favore di prodotti usa e getta che durano al massimo sei mesi tranne rare eccezioni. C’è una specie di bulimia uditiva e avendo a disposizione tutta la musica del mondo tra youtube / spotify  e altre piattaforme ormai non si presta più la giusta attenzione. Morto un disco se ne fa un altro. Subito.”

Tu da quanto tempo scrivi e canti?
“Da più di vent’anni”

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
“I miei riferimenti musicali hanno tutti la pelle nera sono artisti R’n’B, Hip Hop, Soul, Jazz (Lauryn Lill, Erikah Badù, Nina Simone, Ray Charles, James Brown, Tina Turner e i più moderni Kendrick Lamar, Pharrell Williams, Kanye West). Ho sempre cercato, però, di mantenermi “italiana” almeno nella scrittura dei testi  nei contenuti, nello stile (Battisti, Baglioni principalmente)”

In quale genere musicale ti identifichi?
“Non mi piacciono le etichette ma sicuramente sono un’artista (parola artista da prendere con le pinze eh?!) R’n’B contaminata da tutto il resto”

Credi che la situazione politica attuale influenzi la cultura e, in generale, la musica nel nostro Paese?
“La cultura e la musica nel nostro Paese sono state influenzate assolutamente da una politica ventennale di uno spessore inesistente o quasi. Siamo passati dai grandi statisti degli anni ’80 (brutti o buoni che siano almeno erano preparati) a politici dell’ultim’ora che non hanno saputo sfruttare l’enorme patrimonio che giace nella nostra Penisola. Temo, alla Pasolini, che saremo veramente tutti in pericolo se non proveremo ad uscire da questo letargo, da questa pigrizia, dal pigiama che indossiamo dal 1992/4”.

Invincibili è su Youtube (lyric video) al link  https://youtu.be/A0D3pjgUK94, nonché su Spotify https://open.spotify.com/track/1v9r9etjhdfR6x85jV2ENy

L’album è acquistabile a partire da oggi, su tutte le piattaforme digitali.

Luana Salvatore

 

Luana Salvatore

Luana Salvatore

giornalista pubblicista, è editore e direttore responsabile di RioCarnival Music Magazine dal 2010, nonchè co-fondatrice della omonima fanzine italiana dedicata ai Duran Duran (1987). Ha fatto parte dell'Academy MEDIMEX (la giuria per i premi delle produzioni musicali italiane, equivalente dei Brit Awards) e collaborato con alcune testate giornalistiche musicali, tra cui Rolling Stone Italia. Si interessa e scrive di Musica, Cinema, Cultura e Lifestyle. Contatti: editor@riocarnivalmagazine.it