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MAX PEZZALI, L’UOMO RAGNO E (FORSE) LA REUNION

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DiChristian D'antonio

Giu 6, 2012

foto: Christian D'Antonio
MAX PEZZALI, L’UOMO RAGNO E (FORSE) LA REUNION

Siamo ufficialmente entrati nell’epoca del revival anni 90. A 20 anni dal primo album degli 883 il 12 giugno viene pubblicato “HANNO UCCISO L’UOMO RAGNO 2012” tutte le canzoni reinterpretate dai più importanti rapper italiani insieme a Pezzali. Il progetto è nato l’anno scorso come racconta al lancio del disco lo stesso Max: “Mi hanno approcciato i Club Dogo a un evento di Mtv e si sono messi a cantare tutte le mie prime canzoni, mi dicevano: non ci crederai ma molti rapper della nuova generazione sono cresciuti con quei testi. E quindi poi a inizio anno sono partite un paio di telefonate e abbiamo deciso di mettere insieme le tracce originali del 1992 con la loro versione rappata sopra”. Il risultato è un viaggio nel tempo a ritmo rap che fa piacere ai vecchi fans e alle nuove generazioni. Pezzali lo spiega così: “Il progetto funziona perché sei catapultato dall’ottimismo degli anni 90 allo sfogo generazionale dei nuovi rapper, che per me sono i nuovi idoli pop del momento, non c’è nessuno come loro. Hanno tutto per riuscire a parlare alle nuove generazioni, così come gli 883 parlavano alla loro”.

Eppure c’è stato un tempo in cui i critici smaniavano per la “maturazione” di Pezzali, chiedevano di più e anche una certa fetta di pubblico e dj non vedeva l’ora di distruggere la gallina dalle uova d’oro che erano gli 883 di un tempo. Parliamo di anni 90, pieno boom del cd, milioni di copie vendute da Uomo Ragno a Come Mai. “Ma in realtà –confessa oggi il leader – non mi è mai interessato maturare nel senso che comunemente si intende. Non mi mettevo la giacca scura perché era arrivato il momento, voglio e volevo essere come gli adulti europei che quando vanno a vedere i metallari si vestono ancora come loro. Non vuol dire sfuggire alle responsabilità ma avere una coerenza con quello che si è”.

Oggi Max è un uomo vicino alla mezza età con tatuaggi, passione sfegatata per le moto, e dopotutto, per tutte le cose che lo hanno reso celebre agli occhi del pubblico italiano: l’onestà, la semplicità, un’anima più rock di quello che si pensa comunemente, e tanta voglia di normalità. “Non ho mai capito perché gli artisti italiani a un certo punto si fissano con l’amore, con l’innamoramento dell’amore. A me è sempre piaciuta una visione goliardica ma anche serena della vita, della normalità, della monotonia della provincia. Sono legato a questa dimensione e vado avanti così”. In effetti parte del successo di questo disco lanciato da Claudio Cecchetto 20 anni fa (che oggi ritorna a fare il coordinamento) fu proprio la rappresentazione della routine di due ragazzi di provincia, Max Pezzali e Mauro Repetto. “Più eravamo come gli altri, più ci sentivamo gasati. Poi a ripensarci nessuno all’epoca diceva le cose che dicevamo noi, oggi magari la realtà la rappresentano meglio i rapper italiani che i cantautori blasonati. Ma a noi interessava da un certo punto di vista avere anche un riscatto con le donne attraverso la musica. Io mi dicevo all’epoca: non durerà a lungo quindi meglio approfittarne ora!”.

Anche se il successo, a suo dire, non gli ha mai portato le groupie di Eros Ramazzotti, oggi si riguarda indietro con grande compiacimento: “Mi sono anche rivisto con Mauro Repetto e ci siamo tornati a frequentare. Io ho sempre invidiato la sua capacità di aver mollato tutto (uscì dal gruppo nel 1994 – ndr) e di aver cambiato totalmente vita. Adesso è un dipendente di Disneyland Paris e ha degli impegni che anche se volesse, lo terrebbero lontani da questa carriera”.

Fatto sta che le voci di reunion un certo fondamento ce l’hanno. Max si lascia scappare: “Bisognerebbe trovare il modo giusto per fare qualcosa a due, scrivere magari una canzone nuova assieme e fare un progetto una tantum. Non lo escludo, per il momento ci godiamo la compagnia assieme”.

Un altro “fratello” artistico, però, Pezzali lo ha già trovato. È J-AX degli Articolo 31 (“I due tamarri degli anni 90” si autodefiniscono) che duetta con lui in “Sempre noi”, il singolo inedito del progetto. Nella tracklist: NON ME LA MENARE feat. Entics, S’INKAZZA (QUESTA CASA NON È UN ALBERGO) feat. Ensi, 6/1/SFIGATO feat. Two Fingerz, TE LA TIRI feat. Emis Killa, HANNO UCCISO L’UOMO RAGNO feat. Dargen D’Amico, CON UN DECA feat. Club Dogo, JOLLY BLUE feat. Fedez

LASCIATI TOCCARE feat. Baby K. Per chi non può aspettare fino a ottobre, quando il cantante ha deciso di ripresentarsi live, c’è un minitour nelle Fnac delle principali città italiane: il 12 giugno alla Fnac di Milano (ore 17.00); il 14 giugno a Firenze (ore 17.00); il 15 giugno a Roma (ore 18.00); il 18 giugno a Grugliasco (Torino) a Le Gru (ore 17.00); il 19 giugno a Verona (ore 17.00).
CHRISTIAN D’ANTONIO

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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)