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MARIO BIONDI: VOLEVO DUETTARE CON WHITNEY

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DiChristian D'antonio

Gen 28, 2013

È ben conscio del suo potenziale internazionale Mario Biondi, il jazzista di origine siciliana che un decennio fa fu lanciato proprio da una radio newyorkese. A Milano per presentare il suo nuovo, denso album (SUn, 15 tracce e una in download esclusivo per il web), il musicista ha fatto confessioni che se non si conoscesse il personaggio, risulterebbero megalomani: «Avrei voluto duettare con Whitney Houston. Un altro sogno sarebbe fare qualcosa con Iolanda Adams, qualcosa che si avvicini al gospel».

Con la voce calda e black sounding che si ritrova, Biondi potrebbe fare di tutto. Al momento, per dare un percorso coerente con il suo passato prestigioso (Blue Note, duetti con Zero, Bacharach, Chaka Kahn) ha fatto un disco che più jazz e ambient non si può, con la mente degli Incognito, Blusey. «L’abbiamo realizzato tra Losa Angeles, Londra, Milano e New York. Per me la cosa più indimenticabile è stata la visita a casa di Al Jarreau con cui ho cantato Light To The World. Oltre a essere un mito, è anche l’unica persona che conosco ad avere l’indice più lungo del medio».

Scherza compiaciuto il musicista, approdato alla Sony dopo un percorso in etichette indipendenti «perché ho deciso di dare libero sfogo alla potenzialità internazionale della mia musica. In questo momento, grazie al fatto di essere con una major, c’è qualcuno a Berlino che sta lavorando al lancio internazionale del disco».

È questa anche la prima occasione di Biondi per far conoscere su inciso il suo approccio alla madrelingua italiana. «Era venuto il momento per farlo e ho scritto La Voglia La Pazzia L’idea, non me ne voglia Ornella Vanoni se ho parafrasato un suo successo. L’ho scritta nel 2001 di ritorno da Lampedusa ma esce solo ora perché volevo cimentarmi con la mia lingua». Nella scelta pare non abbia influito più di tanto l’invito che in un primo tempo gli era stato fatto da Fabio Fazio per il prossimo Sanremo: «Non c’è stato tempo per ottimizzare il progetto e non se n’è fatto niente», taglia corto lui dribblando le polemiche su una possibile esclusione.

Ma per gli appassionati del genere la mancata esibizione all’Ariston non sarà poi così rilevante. A maggio Biondi parte in tour, farà l’Italia e l’Europa centrale e non esclude che sul palco possano raggiungerlo James Taylor, Leon Ware o Omar che hanno inciso con lui alcune delle perle del nuovo album. «Uno dei tratti distintivi di questo disco è anche la chitarra di Ronnie Johnson – sottolinea lui – che è quello di Don’t Let me Be Misunderstoon». Biondi spiazza anche con queste incursioni nella dance. Specie quando dice che il suo nuovo idolo è Low Deep T, un vocione deep house che sta facendo sfaceli nelle radio dell’est Europa. Spiazza e spazia: «Il prossimo disco vorrei farlo magari in italiano, con brani inediti, ne ho 3 già pronti e cover di personaggi storici. Ho già provato una canzone di Fabio Concato, Tienimi Dentro Te, in versione jazz».
CHRISTIAN D’ANTONIO

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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)