Incontro con Marco Carta: A 29 anni sono un ragazzo con una vita molto regolare
Ha vinto Amici e Sanremo, è stato lontano volontariamente dalle scene per oltre un anno e ha vissuto già gli alti e i bassi dello show business. Marco Carta esce questa settimana con Merry Christmas, un EP di 6 cover di classici natalizi. È la sua prima incisione professionale in inglese, tutta realizzata con un’orchestra di 36 elementi. In attesa del nuovo disco di inediti previsto per il 2015, ci siamo fatti raccontare in che momento è della sua carriera.
Sei nel mezzo di un tour di firmacopie, sempre affollatissimo. Che ti chiede il tuo pubblico dopo anni di esposizione mediatica?
Mi chiedono come sto, se sono felice, se sto bene in salute. Mi chiedono di fare tanti dischi! Loro vorrebbero tutte le cose subito da me, perché sono davvero dei sostenitori accaniti. Mi difendono sui social network, sono davvero parte di una missione.
Quando il tuo singolo estivo Splendida Ostinazione ha avuto successo anche senza l’appoggio delle radio come ha reagito il tuo pubblico?
Mi fa piacere che siano altri a dire di questo atteggiamento dei programmatori radiofonici, altrimenti se lo dicessi io sembrerebbe in tono polemico. Il mio pubblico ovviamente mi sostiene e fa anche di più, mi fa piacere avere tanto affetto. Per me è stata una nuova ripartenza, quel brano. E anche se non c’è stato un album abbiamo pensato che sarebbe stato bello farne uno per Natale adesso e concentrarci sugli inediti l’anno prossimo.
Non credo che questa adozione dell’inglese significhi un passaggio. Il mio è un genere che non voglio stravolgere e va bene così, se all’interno di un percorso di crescita, ovviamente. C’è un team che mi sta aiutando a valutare sound, cose nuove. In questo disco natalizio tocco brani swing che per me è una novità assoluta e mi sono trovato a mio agio, anche se è difficile devo ammettere.
Cosa hai lasciato fuori dalle canzoni natalizie? Ci sono classici come Oh happy Day e Bianco Natale, ma molte mancano…
Pensavamo che fare 15 cover natalizie fosse stremante anche per l’ascoltatore. Così ho scelto personalmente. Mi dispiace per Blue Christmas. Last Christmas di George Michael è stata considerata, come pure War Is Over di Lennon. Ma non volevo fare troppo.
Come ti sei accostato a un repertorio del genere?
Studiando Frank Sinatra. Ma poi sono sempre me stesso. Sai per altri cantanti in passato ha funzionato un cambiamento radicale, ma non credo sia il momento per me.
Come passi il Natale?
Sono una persona molto semplice, quando non lavoro e non sono personaggio pubblico faccio le cose che fanno tutti i ragazzi della mia età. Per questo il Natale lo passerò a casa in Sardegna, dove mi aspetta la mia famiglia e dove torno ad avere 22 anni, cioè l’età in cui mi sono mosso da casa. Torno a non cucinare, a tenere la cameretta in disordine. È così e mi piace. Quando sono invece da solo, vivo tra Milano e Roma e frequento persone della mia età che non fanno il mio mestiere. Ho bisogno di normalità.
Nel tuo futuro vedi duetti eccellenti o un ritorno a Sanremo?
Per i duetti ci penso, ma l’Italia musicale è davvero molto piena di talenti che è difficile dirti un nome. Ovviamente mi piacerebbe avere una canzone con una personalità importante, affermata della musica del nostro Paese. Per Sanremo, credo di volerci tornare, certo. Ma è un passaggio molto importante che va fatto con molta concentrazione. Quindi voglio essere pronto per ritornarci.
Sono passati 7 anni dai tuoi esordi. Quando torni ai talent show che effetto ti fa?
Ci vado come ospite e vedo che la curiosità e la stima dei nuovi concorrenti è sempre forte nei confronti di chi ce l’ha fatta come me. E questa cosa mi riporta indietro a quando facevo io i provini, ne ho fatti tanti prima di essere preso! Una volta mi capitò di vedere un cantante che da lì aveva avuto successo, lo vedevo come una divinità. È l’effetto del tempo che passa, ora ci sono io in quella posizione.
Il tempo passa anche per il tuo pubblico…
Certo e sono fortunato ad aver con me giovani donne che erano adolescenti o bimbe quando ho iniziato. L’altro giorno ne ho rivista una in piena “sbocciatura” femminile…che effetto mi ha fatto, pensare che me la ricordavo col papà fuori dagli hotel. È stata una bella sensazione. Poi ce ne sono anche di nuovi il che mi fa piacere perché mi rendo conto che si sono avvicinati a me di recente, sarebbero stati troppo piccoli all’epoca del mio debutto.
Christian D’Antonio