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Malika Ayane presenta il suo terzo album sul presente “Malifesto”: “Ci sono un sacco di Malike dentro di me”

Luana Salvatore

DiLuana Salvatore

Mar 25, 2021
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Foto: Julian Hargreaves

Malika Ayane ha presentato su Zoom, con la delicatezza e la capacità comunicativa che la contraddistingue, il suo nuovo album: “Malifesto” in uscita il 26 marzo. “Un inno alla riscoperta del valore delle emozioni e all’importanza di manifestarle, alla leggerezza, il migliore degli atteggiamenti per mettersi di fronte alle cose senza paura, con il coraggio di riconoscersi anche quando tutto attorno cambia”.

Malika Ayane è un’artista che tramite la sua voce e i testi delle sue canzoni ama narrare il presente, e lo fa anche in “malifesto” (Sugar), il suo sesto progetto discografico prodotto con Antonio Filippelli e Daniel Bestonzo, registrato a Milano, che contiene il singolo inedito con cui si è esibita nella 71° edizione sanremese, dal titolo “Ti piaci così”, brano che racconta la consapevolezza di sé, lo scoprirsi risolti, l’avere voglia di vivere con gusto, il riconoscersi senza biasimo, il celebrare se stessi per il solo fatto di essere al mondo.

Un album che è la fotografia di stati d’animo diversi: “Malifesto è il mio terzo album sul presente – commenta Malika durante la conferenza stampa dopo Naif (2015) e Domini (2016) e questi tre lavori nascono dal mio bisogno di osservare, raccontare un presente dove si vive l’attimo e contemporaneamente si osserva. Malifesto è il mio primo album realizzato completamente in Italia, dopo l’esperienza berlinese. Si tratta di un’analisi vissuta di emozioni diverse. La scelta produttiva prende ispirazione dalla musica contemporanea francese, abbiamo curato la scelta dei suoni affinché fossero caldi ma non completamente analogici. Siamo un gruppo di italiani che può guardare fuori, senza perdere le proprie radici. Malifesto è il terzo album sul presente, diverso dai precedenti per varie vicissitudini. Vivere questo momento come una opportunità, il nostro quotidiano si è spostato in questa situazione storica complicata. Confidiamo nel futuro, speriamo meno nefasto”.

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Foto: incontro stampa di Malika su Zoom

Il suono dell’album è principalmente composto da batterie strette registrate con pochissimi microfoni, filtrate nei simulatori di nastri e Vinile e Drum Machine come la Linn o la CR78 che creano il tappeto ritmico. Il basso Hofner è stato utilizzato apposta per creare un disco “bassocentrico”. Pochissime chitarre elettriche, mentre viene dato più spazio a strumenti acustici a corda come la chitarra classica, l’ukulele, la chitarra acustica e l’AutoHarp. Per i tasti la scelta è caduta su pianoforte verticale, Clavi, Rhodes e synth come Juno 60, Jupiter, il tutto abbracciato da tappeti di Mellotron e Archi.

“La Malika di ieri è strumentale a quella di oggi – continua Malika durante la conferenza –  possiamo dire di essere liberi e di essere diversamente noi stessi. Ci sono un sacco di Malike dentro di me. Ogni canzone rappresenta un istante ed in ogni istante raccontiamo un’emozione. Sui titoli degli album sono molto precisa, un po’ meno su quelli delle canzoni per i quali mi faccio aiutare. Per me è molto importante la modernità del brano, l’impronta della musica e del testo è fondamentale, cerco dei brani che non siano troppo pop. Realizzare l’album mi ha permesso di staccarmi da una realtà fatta da una navigazione a vista, a volte mi sento fragilissma, piccolissima poi mi rendo conto di avere una responsabilità verso mia figlia, la mia famiglia. La mia condizione di umano prima di quella di artista mi aiuta in questo, credo che l’obiettivo sia di essere positive, anche se positivo non si può dire (ride NdR) direi che dunque che sia quella di essere edificante. Dire che ogni tanto ci si sente smarriti è utile perché aiuta gli altri a non sentirsi diversi per il fatto di provare smarrimento”.

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Foto: conferenza stampa su Zoom

“Malifesto” è un album che si configura come un vero e proprio racconto delle emozioni in maniera universale, pura ed essenziale. Lo spirito dell’album è perfettamente rappresentato da una copertina semplice ma intensa, un’opera di Max Cardelli: un ritratto dinamico di Malika Ayane in bianco e nero, come se fosse stata colta nel momento del salto verso quella miriade di emozioni e stati d’animo che ha deciso di manifestare attraverso la musica. La scritta del titolo dell’album posta al centro, un’immagine pulita e tangibile, totalmente in linea con il messaggio del disco.

“La lezione più bella che ho imparato – racconta ancora Malika in conferenza –   è fare quello che ci si sente di fare, visto che le tendenze musicali cambiano. Magari può essere utile per aiutare le persone a superare lo scoglio del genere preferito.  L’obiettivo è quello di riuscire a restare nel presente trovando un equilibrio dentro di se. C’è molto del cinema francese nel mio nuovo album, per dare un senso di passionalità anche un po’ distaccata, la malinconia. Questo periodo è un momento in cui ognuno sembra voglia fermarsi, invece dobbiamo andare avanti, avere pazienza. Negli ultimi anni ho guadagnato la consapevolezza dall’esperienza, stavo diventando molto scientifica tanto da metter la voce all’esterno, poi ho recuperato questa sensazione. Penso che la mia voce sia una benedizione, una voce serve molto a trasformare la propria emotività in suono. Sono stata fortunata ad avere il dono della voce ma ho comunque lavorato molto”.

Malifesto è composto da 10 brani che Malika Ayane ha scritto e composto insieme, tra gli altri, a Pacifico, Antonino Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari, Colapesce, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino. Il viaggio di Malika Ayane parte da “Peccato Originale”, l’amore irrazionale, e prosegue con “Ti piaci così”, brano sul riconoscersi e celebrarsi per essere al mondo. Da “Telefonami”, il sapore malinconico di un amore appeso nonostante il tempo e la distanza, la tracklist continua con il racconto della maturità in “Come sarà” e la celebrazione dell’agire nonostante le avversità in “Per chi ha paura del buio”. Sesto brano del disco è “Mezzanotte” a cui seguono il bisogno di vivere senza sovrastrutture descritto in “A mani nude”, la necessità di splendere raccontata in “Brilla”, il bisogno di sciogliere le catene in “Formidabile” e, infine, la consapevolezza di esserci raccontata in “Senza Arrossire”.

Malika conclude la conferenza pensando ai live ed alla ripresa: “Per quanto riguarda la ripresa dei concerti, come tutti, spero che si possa riprendere presto. Al primo posto ci deve essere la salute e il passaporto vaccinale, o ogni altra cosa utile per la ripresa in sicurezza, per me va bene”.

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Luana Salvatore
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Luana Salvatore

Luana Salvatore

giornalista pubblicista, è editore e direttore responsabile di RioCarnival Music Magazine dal 2010, nonchè co-fondatrice della omonima fanzine italiana dedicata ai Duran Duran (1987). Ha fatto parte dell'Academy MEDIMEX (la giuria per i premi delle produzioni musicali italiane, equivalente dei Brit Awards) e collaborato con alcune testate giornalistiche musicali, tra cui Rolling Stone Italia. Si interessa e scrive di Musica, Cinema, Cultura e Lifestyle. Contatti: editor@riocarnivalmagazine.it