Quando era morto Michael Jackson, la queen of pop aveva scelto gli Mtv Awards americani per fare un lungo speech sul collega e un tempo amico. Ora con Prince se ne è andato un altro pezzo del “club del ‘58”, ovvero quello straordinario trio (Madonna compresa, ovviamente) che negli anni 80 ha rivoluzionato il pop, la scena musicale e il business stesso della musica.
Pensate alla storia del pop senza questi tre grandissimi protagonisti, che tutti assieme, in America, grazie in parte a Mtv e alle radio ancora coraggiose, in quei 10 anni hanno dettato legge e cambiato le regole del gioco per sempre. I loro tour, i loro dischi, i loro fantastici video hanno popolato la nostra immaginazione in ogni angolo del globo. Tanto che nel 2008 si era pensato addirittura di riunirli su un palco assieme, magari proprio per Mtv, visto che tagliavano tutti il nastro dei 50 in forma più che dignitosa. Ma Madonna proprio allora disse: “Sono stanca di prendere sempre io la cornetta per chiamare gli altri”.
Più che sentito quindi il suo tributo a Prince ai Billboard Music Awards dell’altra sera, che è stata un’esplosione di classe e minimale eleganza, nonostante il completo paillettato anni 70 che rifaceva il verso ai costumi di scena del genio di Minneapolis. Ha scelto Nothing Compares 2 U, forse l’emblema della generosità del genio, visto che tutti ci ricordiamo quella canzone scritta da lui ma regalata alla splendida voce dell’allora astro nascente Sinead O’ Connor. Ed è anche una riappacificazione con se stessi, questa scelta: Sinead aveva criticato sia Madonna che Prince (“non vanno oltre il loro piedistallo”) e Madonna stessa aveva reagito in passato contro le provocazioni della cantante irlandese (“ha l’appeal di una finestra veneziana”). Ma le rockstar ci piacciono anche per questo loro gusto di litigare in pubblico. Aumenta la loro aura di semi-dei pieni di ego. Specie se si tratta di queste rockstar, che col mondo dei social media non ci sono nate, ma ci convivono. A volte a forza.
Non si capisce quindi l’attacco proprio dagli utenti dei nuovi media nei confronti di Madonna. L’esibizione di una canzone che lo stesso Prince eseguiva nei suoi live è stata vicina alla perfezione, e Madonna è anche riuscita a farla propria, forse perché nella memoria di tutti quei versi sono associati per sempre a una voce femminile. E’ stata aiutata ovviamente da un coro dal sapore gospel, ma definitivamente in linea col mood del tributo e assolutamente distante dal fracasso danzereccio degli ultimi show di miss Ciccone. È stata anche coraggiosa a volersi mostrare dopo tempo in un’occasione di grande visibilità solo con la sua voce e una canzone molto intima e d’atmosfera. Forse da qui ripartirà la ricerca di un suo nuovo e più adatto repertorio. Così come siamo perplessi davanti alle sue ultime scelte di dj music, siamo qui a cantarne le lodi per una performance in linea con i tempi e con la situazione che richiedeva il premio della musica americana.
Per questo delle critiche, anche considerando il grande effetto di Purple Rain con Stevie Wonder, non si capisce il senso. Se possiamo muoverne una sola, lo facciamo qui: Madonna, quella cornetta la dovevi alzare nel 2008. Ora sei rimasta tu sola a portare la bandiera di quelli del ’58. Respect.
Christian D’Antonio