Non si fa illusioni Luciano Ligabue, il cantautore emiliano che esce oggi con il suo nuovo album Mondovisione. Presentando il suo disco, infatti, ammette che i temi riflessivi e a volte indignati di alcune nuove canzoni sono solo effetto di una presa di coscienza di un cittadino comune, che però con i testi non vuole fare politica attiva né scendere in campo. «Le canzoni sono solo degli attivatori di sentimenti – ha detto all’incontro al Piccolo Teatro di Milano moderato da Pasquale Elia e Ferruccio De Bortoli, rispettivamente capo spettacoli e direttore del quotidiano Corriere della Sera – io riporto la mia visione del mondo, può arrivare a chi lo ascolta ma non dico mai votate per questo o per quello».
La dichiarazione arriva all’indomani della presentazione alla stampa del rocker di Correggio che ha fatto molto scalpore. Da sempre sostenitore del Pd Ligabue si è detto “deluso e amareggiato” e non interessato alle primarie del partito. Una presa di posizione che ha in parte oscurato la pubblicità al disco, che è un lavoro tutto nuovo, con un produttore nuovo, Luciano Luisi e con il tentativo di andare oltre il suono e il mondo classico di Ligabue, il conventional rock che tanta fortuna gli ha portato in Italia.
«L’ho chiamato Mondovisione – dice il cantante – perché siamo tutti in mondovisione, fino a qualche anno fa sembrava impossibile, ora se ci riprendono con un telefonino e lo mettono in Rete siamo potenzialmente visibile al mondo. Non mi fa paura ma attendo di vedere gli effetti di questa trasformazione nel tempo».
Con De Bortoli Ligabue si è poi soffermato su un’analisi più sociologica dell’Italia che stiamo vivendo, dopo la proiezione alla platea del teatro che ospitava l’incontro, del video del singolo Il Sale della Terra, definito dal direttore “un autoscatto fantastico dell’Italia di questi tempi”. «Lo stato versa in uno stato disastroso, è sotto gli occhi di tutti. Molti pensano che io sia il convoglio di tante aspettative e umori ma riconosco che è molto difficile per me avere il sentore di quello che succede. Se la gente mi incontra mi chiede autografi e foto, e per l’emozione a volte non mi dice grandi cose. Io vado al bar, leggo le cose su Internet, ascolto quello che hanno da darmi gli amici e mi faccio un’opinione». Il cantante definisce l’Italia un paese «stanco e depresso per cui non ci sono psicofarmaci di massa per curarsi». E quando De Bortoli gli chiede se è inorgoglito della scelta di Enrico Letta di inserire alcuni testi dei suoi pezzi nei discorsi da premier, Liga risponde così: «Sono orgoglioso, mi fa piacere pensare che l’immagine che mi viene in mente ed è riportata in una canzone è talmente efficace che viene riportata per fini politici. Ma il mio ego va un po’ controllato altrimenti finisce lo stupore. Mi lusinga». E no, diritti non li pagano i partiti, nemmeno quando usano le sue canzoni come sigle degli incontri di piazza.
Con un album di “revisione”, sia della sua carriera fin qui che di “review” dell’italianità del terzo millennio, Ligabue però ci tiene a dire che ama l’Italia così com’è «non starei qui, anche se mi fa rabbia e mi rattrista quando penso a tanti ragazi che sono costretti ad andare via per potersi esprimere pienamente. Ormai anche i politici non ce la fanno più. Fino a 5 anni fa vincevano le elezioni promettendo un futuro migliore, ora puntano solo sulle tasse, e questo mi fa arrabbiare».
Si scalda, il cantautore venerato negli stadi di tutta la penisola, quando parla di politica, e lo fa perché a 30 anni nella sua Correggio è stato anche consigliere comunale. «La mia esperienza è durata due sedute di consiglio. Mi avevano tirato dentro (il PD locale – ndr) perché volevano facessi qualcosa per la musica in provincia. Quando ho capito che era l’ultimo capitolo di spesa e che forse non se ne sarebbe mai discusso, ho mollato e dato le dimissioni». Il rocker rivela anche di essere stato approcciato da Beppe Grillo anni fa per il primo Varffa Day e di aver aderito «con un video perché la proposta di legge contro i pregiudicati in parlamento mi sembrava una cosa di buon senso. Questo non vuole dire che sono con i Cinque stelle tutta la vita. In Italia si ha bisogno di capire da che parte stai per osannarti o attaccarti. Penso che quella proposta giace in Senato, con 500mila firme…».
E sul Pd conclude: «Si sa che sono simpatizzante di sinistra ma non facendo mistero delle mie preferenze posso anche dire di essere deluso e di volere aspettare da spettatore questa volta, mi viene meglio giudicare quando vedo i politici al lavoro piuttosto che sulle promesse. Non posso però non dare un giudizio negativo sul teatrino quotidiano della politica, è sfiancante e per fortuna ho di meglio da fare che occuparmi delle loro liti ogni giorno».
IL DISCO – Da oggi è disponibile nei negozi tradizionali e in digital download “MONDOVISIONE” (Zoo Aperto/Warner Music), il decimo album di inediti di LIGABUE, a oltre tre anni da “Arrivederci, Mostro!”. L’album è già al primo posto della classifica di iTunes.
Dopo “Il sale della terra”, da due mesi ai vertici della classifica dei brani più trasmessi in radio, è in rotazione radiofonica il secondo singolo “Tu sei lei”. Il video del brano è online su YouTube al link www.youtube.com/watch?v=2RZivRe2rnA.
Queste le date del tour, prodotto e organizzato da Riservarossa e F&P Group:
30 maggio ROMA Stadio Olimpico
31 maggio ROMA Stadio Olimpico
6 giugno MILANO Stadio San Siro
7 giugno MILANO Stadio San Siro
11 giugno CATANIA Stadio Massimino
12 giugno CATANIA Stadio Massimino
12 luglio PADOVA Stadio Euganeo
16 luglio FIRENZE Stadio Artemio Franchi
19 luglio PESCARA Stadio Adriatico
23 luglio SALERNO Stadio Arechi
CHRISTIAN D’ANTONIO