Abbiamo avuto il piacere di intervistare questo pomeriggio il leader dei Level 42, Mark King. La storica band degli anni ottanta suonerà domani sera al Teatro Giordano di Foggia, rinomato per la sua acustica impeccabile, per il festival “Giordano in Jazz”.
Ma andiamo a spulciare prima la biografia della band, per rinfrescarci la memoria e ricordare chi fossero i Level 42 e quanto peso abbiano avuto negli anni della British Invasion, insieme a tutte le altre icone degli anni ottanta.
Agli inizi della loro carriera I Level 42 erano una band jazz-funk, allo stesso modo di altri gruppi Brit funk come Atmosfear, Light of the World, Incognito e Beggar & Co. A partire dalla fine degli anni ottanta hanno assunto un sound più caratteristico, riconoscibile per via della tecnica di basso di Mark King e per il sound delle tastiere di Wally Badarou.
Si sono affermanti nel mercato musicale con sfumature nel loro genere classificate dalla critica musicale in svariati modi, da sophisti-pop a dance-rock, esattamente come per Sade, gli Style Council e per come ogni artista pop/rock. Il picco del successo lo hanno raggiunto nel 1985 con “World Machine”, la band ha poi continuato a registrare album ed occasionalmente a suonare dal vivo sino al 2000.
La formazione originale dei Level 42, fondata nel 1979, comprendeva: Mark King (basso, voce), Phil Gould (batteria), Boon Gould (chitarra), and Mike Lindup (tastiere). Il loro primo singolo si chiamava “Love Meeting Love” sino all’arrivo di King come front man del gruppo. Realizzato nel 1981, il loro primo debut album omonimo era un prodotto soul-R&B che ha velocemente scalato la classifica musicale nel Regno Unito piazzandosi nella Top 20.
Il singolo “The Sun Goes Down (Living It Up)” è subito balzato nella British Top Ten ma è stato “Lessons in Love” a far emergere il gruppo in Inghilterra ed lanciarli verso il primo posto in classifica. Brani come “Something About You”, invece, sono riusciti a raggiungere il settimo posto della classifica americana. Sono questi sono i due brani che hanno reso i Level 42 famosi in tutto il mondo ed in Italia.
I loro due successivi album “Running in the Family” (1987) and “Staring at the Sun” (1988) sono stati un successo in Gran Bretagna. Alla fine del 1987 il gruppo ha sostituito batterista, Gary Husband ed il chitarrista Alan Murphy, poi scomparso nel 1989 per una malattia collegata all’AIDS – come scrive Stephen Thomas Erlewine nella biografia ufficiale sulla band – quando questa sindrome faceva molta paura ed era oggetto quasi di scandalo e di vivace discussione sulle testate musicali e sulla “cronaca rosa” in Italia. Murphy è stato sostituito poi da Alan Holdsworth per l’album “Guaranteed” (1991) sino a “Forever Now” (1995).
Tra gli anni novanta ed il 2000 la formazione della band era variabile, con King e suo fratello, Nathan King, chitarrista del gruppo sino al 2001. I Level 42 hanno poi realizzato uno studio album, “Retroglide” nel 2006. Quattro anni dopo, la band ha celebrato il suo trentesimo anniversario con un tour ed una box set “Living It Up” Nel 2010 ci sono stati altri cambiamenti, Husband ha lasciato nuovamente la band, sostituito da Pete Ray Biggin. I concerti sono andati avanti al 2013, quando è stato realizzato l’EP “Sirens” seguito da un tour europeo. A partire dal 2016 la band ha poi continuato ad esibirsi dal vivo nei festival in Europa e Sud America.
Abbiamo avuto il privilegio di scambiare due chiacchiere con il front man del gruppo, Mark King, poco prima del concerto di domani al Giordano. Per la nostra testata musicale, che è nata negli anni ottanta come “fanzine” dei Duran Duran, incontrare un mostro sacro di quell’epoca è davvero un privilegio.
Ciao Mark, grazie per avermi dato l’opportunità di intervistarti prima dello show di domani, a Foggia. Mi fa molto piacere potervi ascoltare dal vivo, per la prima volta in assoluto… e poi, nella mia città che non è solita ospitare band famose degli anni ottanta. Lo considero davvero un onore, per me e per tutti quelli della mia generazione che sono cresciuti in quel periodo, poter assistere ad un vostro concerto, dopo così tanto tempo.
Sono passati quasi 40 anni dall’uscita del vostro primo disco. Quanto ritieni che sia cambiato il mondo della musica rispetto a quello in cui vi siete formati come musicisti, ti piace il modo in cui le nuove generazioni ascoltano e vivono la musica?
MK: “C’è stato davvero un grande cambiamento, Luana, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia, ma sono felice che qualcuno che ha talento adesso può produrre qualcosa di grande anche a casa propria ed ha la possibilità di accedere alla musica anche attraverso le piattaforme dei social media. Ma hai bisogno comunque ancora di una buona canzone!” (fortunatamente, ndr)
Hai mai pensato di voler mollare? Voglio dire, la tua band ha cambiato diverse volte la propria line up, avete anche perso tragicamente un membro fondatore qualche anno fa. Il mondo della musica è cambiato, il mercato della musica è molto differente adesso, ma voi siete ancora entusiasti di produrre della nuova musica. E una cosa incredibile. Dove prendete l’energia per continuare a scrivere nuove canzoni e suonare ancora dal vivo?
MK: “A dir la verità o messo la band in freezer per alcuni anni prima del 1994, ma mi mancava molto suonare dal vivo, così dal 1998 sono tornato. C’è una energia magica quando suoni di fronte ad un pubblico che ama così tanto la musica allo stesso tuo modo!”
Avete in programma di fare nuovi album o girerete solo in tour in Europa e Sud America? Avete già fissato delle nuove date?
MK: “Si, certo. Tutti i ragazzi della band sono autori e mi piace molto lavorare in studio, così ci sono sempre idee in fermento per fare della nuova musica. Si, suoneremo con i Level 42 nel 2019 nei festival a brevissimo””
Ho una curiosità, dei tuoi colleghi musicisti chi ti piace di più? Hai qualche artista preferito al quale ti sei ispirato?
MK: “Adoro così tanti musicisti, ma in particolare John McLaughlin. Alan Holdsworth era anche lui incredibile”
Avete un set list predefinita ad ogni show oppure avete l’abitudine di modificarla di concerto in concerto?
MK: “Dipende da quanto tempo suoniamo. Se facciamo un concerto di 45 minuti ad un festival ci manteniamo sulle hits, ma se possiamo suonare anche 90 minuti allora possiamo spaziare”
Mi puoi dire quale è la domanda più insolita che un giornalista ti ha fatto durante una intervista? (siamo consapevoli che ha Mark abbia fatto le interviste più impensabili negli anni ottanta, come altri suoi colleghi ndr)
MK: “Sono veramente i tuoi capelli?” (appunto! ndr), così ha provato a tirarmeli! Cheeky sod… (urban dictionary per “che scostumato” ndr)
Come ti immagini tra una ventina di anni, ancora nella musica (come i Rolling Stones)?
MK: “Continuerò a portare la band in giro per molto ancora, almeno sino a quando i promoter vorranno ingaggiarci e credo sino a quando non smetteranno di fare soldi, allora ci chiederanno di fermarci, ma non per adesso”
Lunga vita ai Level 42!
Appuntamento al Teatro Giordano di Foggia, mercoledì 29 Novembre alle ore 21.00. Biglietti ancora disponibili a questo link: http://www.level42.com/events/2018-11-28-level-42-giordano-in-jazz/
Luana Salvatore
editor@riocarnivalmagazine.it