Un viaggio attraverso l’oscurità che rivela il suo splendore segreto, attraverso una materia tenebrosa che si illumina di bagliori che passano dal nero all’oro, dallo splendore notturno del legno oscurato dalla fiamma a quello del metallo che vibra di riflessi cangianti: su queste linee strutturali si muove il progetto realizzato da Roberto Almagno e Sandro Sanna per la mostra che li vede uniti all’interno dei suggestivi spazi del Museo Carlo Bilotti nell’Aranciera di Villa Borghese a Roma dal prossimo 19 maggio.
L’esposizione “LA LUCE OSCURA DELLA MATERIA Roberto Almagno/Sandro Sanna”, promossa da Roma Capitale, Assessorato alle politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali e curata da Lorenzo Canova, professore associato di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università del Molise, vede l’esordio di Primamusa nel campo della produzione di mostre e presenta opere realizzate appositamente dagli artisti per il Museo Carlo Bilotti, lavori site specific che tuttavia superano la dimensione tradizionale della pittura e della scultura per assumere una chiara valenza installativa in cui lo spazio è rimodellato dagli artisti per trasformare le nostre coordinate percettive.
Nel viaggio notturno che idealmente dà forma a questa mostra, Sanna e Almagno lavorano sulla trasmutazione di una materia che, con un’antica immagine alchemica, parte dall’oscurità per raggiungere lo splendore di un metaforico sole nero dove i contrari della notte e delle tenebre si uniscono simbolicamente e dove la pesantezza del mondo si sublima in una leggerezza fondata sul rigore del progetto e dell’esecuzione tecnica, in cui l’antica e archetipa manualità viene riletta in una nuova chiave contemporanea.
Così Roberto Almagno, con la sua possente metamorfosi del legno di cui distilla la maestosità e la leggerezza, lavora su una scultura che dialoga con la potenza generativa degli elementi, ispirandosi al suolo che si spalanca in una faglia gigantesca generata da oscure forze telluriche, al vento che scuote le acque e la terra mostrando un’energia segreta e inarrestabile condensata nell’armonia discorde di forme dinamiche che conquistano e rinnovano lo spazio.
Sandro Sanna, nella visione cosmogonica e originaria che sviluppa da più di dieci anni, costruisce un nuovo universo parallelo di forme ambigue che si muovono nello spazio come costellazioni ignote, segnali da universi lontani in cui le geometrie si intrecciano come filamenti di DNA o come sontuose decorazioni di palazzi eretti da civiltà perdute in una raffinata commistione dove la pittura dialoga con l’architettura e l’immaterialità digitale in una pulsazione assoluta di luce nera.