Voce soul, stile black ma non stereotipato e musica che lascia un senso di profondità. Da quando l’abbiamo adocchiato su Mtv Push con il mega hit Walk (Official Video) vicino ai 30 milioni di views, Kwabs non ci ha delusi. Ha pubblicato l’eterea Perfect Ruin (Official Video) ed è arrivato in Italia per lo sfortunato appuntamento all’Alcatraz di Milano come supporter di Sam Smith (cancellato per indisposizione di Smith).
Ma a noi non è sfuggito, ecco cosa ci ha detto.
Che cosa facevi prima che esplodesse Walk?
Stavo lavorando al mio disco come faccio ormai dal 2012 e tutta questa attenzione ovviamente mi ha sorpreso e mi ha fatto piacere. Non credo che la mia vita sia cambiata, è cambiata la demografia del mio pubblico, subito si amplia, il web è pazzesco in questo. Devo anche ammettere che però ho la pelle spessa (modo di dire inglese che indica resistenza, ndr) e le critiche che arrivano non mi scalfiscono.
La tua musica non è tipicamente black, c’è molto altro…
Credo che l’etnia e la musica mai come in questo momento siano un argomento di discussione scottante. Ecco un altro ragazzo di colore che fa rap, dicono in molti. Invece io ho messo nelle mie canzoni tutto quello che mi piaceva, Stevie Wonder e il soul, il jazz delle lezioni di piano di quando ero piccolo e la contemporaneità del sound.
Hai pubblicato già due Ep, Pray for Love e Wrong or Write, quale sarà la direzione dell’album Love+War?
Credo sia un disco molto London, nel senso che è quella la città dove sono cresciuto e tutte le persone che ci hanno collaborato sono al massimo delle loro espressioni artistiche. Londra è così, è piena di gente da tutto il mondo che fa le cose migliori. Il mio mix musicale farà cambiare idea a chi ha pregiudizi.
Quale credi sia la tua forza?
Stilisticamente credo ci sia un’energia che si fa notare e un’alternativa nel sound che resta impressa. Mi piace avere l’attenzione, essere fuori dagli schemi e non necessariamente cantare per essere cool. Forse questo il pubblico lo sta riconoscendo. Anche il fatto che non sono pronto a cantare di fiori e giornate gioiose incuriosisce, perché c’è una profondità in quello che canto che riflette come sono io.