È un tributo al suo pubblico e alla sua “performing art” il nuovo film di Jovanotti che andrà in onda su Sky Uno in prima visione il 4 dicembre alle ore 22. Lo abbiamo visto in anteprima e possiamo riferirvi che è un prodotto molto ben riuscito, ben girato e con un messaggio preciso e in qualche modo “inclusivo”. “Non credo di poter parlare di messaggi – dice il diretto interessato – perché non ho una responsabilità verso il mio pubblico, almeno non la sento. Ma sono convinto di poter parlare con la mia musica e con la mia attitudine, ed è questo che volevo venisse fuori dal film”.
Jovanotti è il protagonista del girato ma c’è anche molto del suo popolo dentro. Ci sono le storie di quelli che lo seguono da anni, che lui stesso ha richiamato pescandoli sui social network. “Mi piace pensare che il mi pubblico sia sveglio, curioso, multiculturale. Forse anche io sono così ma non è che siamo tutti uguali, sui sessantamila di San Siro qualche stronzo ci sarà stato!”.
La leggerezza del racconto e l’esplosione di creatività che ne deriva sono davvero contagiosi. Quasi fanno dimenticare i product placement (Red Bull è sponsor ufficiale) e la “grandeur” che inevitabilmente salta fuori da operazioni del genere. Ma questo non è Campovolo, per intenderci. Questa è una ripresa bilaterale di storie parallele che non fanno a gara per evidenziarsi. Molta grazia c’è voluta sicuramente per metterle assieme, specie se si ha a che fare con racconti che vanno dalla disabilità ai sogni infranti.
La sapiente regia è affidata a Michele Truglio, una vecchia conoscenza di Lorenzo che va avanti fin dal famigerato Fantastico 90 con Pippo Baudo. “Questa però è la prima volta che abbiamo lavorato a stretto contatto e per sei mesi su un progetto che è partito come reality ed è finito come film. Volevamo fare qualcosa che non si fosse visto prima, almeno da parte mia. E raccontare la mia performance intrecciata anche con le aspettative del mio pubblico e le storie personali di alcune persone”.
In una delle scene finali del viaggio emozionale in immagini, si vedono tutti i protagonisti con la famosa pettorina futurista del suo mastodontico album 2015. Ci sono i componenti della famiglia di Taranto che attraversa l’Italia per arrivare a San Siro l’estate scorsa, il campione di motocross Tony Cairoli, la studentessa appena diplomata che andrà a vivere negli Usa, il leader della prima tribute band di Jovanotti, il dj Ed, e il talentuoso musicista che ha fatto la cover “da provincia” di Sabato, la hit di quest’anno. Proprio attraverso la storia di musicista di Ed Menichella si ha la sensazione che l’esperimento dell’intreccio è riuscito a perfezione, perché si ha la conferma che la musica di un grande protagonista della cultura popolare odierna riesce a far da collante tra l’artista di strada e la grande produzione rock da stadio.
Il Tour Jovanotti negli Stadi (che è anche un dvd in uscita in queste settimane) è proprio uno spettacolo ragionato e pensato ex novo per lasciare un segno. Uno sforzo creativo e un vortice di multi-spettacolarità come non se ne vedono tanti in Italia. E non c’è nulla di pre-confezionato a Londa o Los Angeles, come avviene nel caso delle grandi superstar americane. Qui è tutta farina del sacco di Lorenzo, che si conferma non solo performer ma anche e soprattutto pensatore e creatore della sua arte. Tanto che in un pezzo del filmato dice: “Non me la godo fino in fondo, perché è come andare a chiedere a un pilota se si gode la gara. Ci stai dentro ma poi segui tutto, ti accordi dei dettagli e devi avere il controllo e allo stesso tempo perderlo per lasciarti andare”.
Una celebrazione divertente e intensa, a tratti commovente, Gli Immortali è un segno che in 27 anni di carriera la strada è stata davvero lunga e per certi versi benevola con il ragazzo fortunato di Cortona. “Sono essenzialmente un dj e morirò dj. Quindi nel mio spettacolo c’è tutto, c’è l’Africa, il futuro, le immagini, ma anche il rock”. Mette tutto a disposizione del suo pubblico che, ripete anche nel dibattito post-proiezione “non è una setta, secondo me non vanno manco allo stesso supermercato a far la spesa. Ma si ritrovano nelle mie canzoni ed è uno spettacolo. Ed è anche un mistero della mia musica che ancora non ho capito”.
Finita la tornata di concerti nei palazzetti questo autunno (“non è una versione ridotta degli stadi ma uno show tutto nuovo”, puntualizza), Jovanotti si fermerà e andrà in giro per il mondo a cercare spunti per il prossimo capitolo. “Ma la Universal ha già programmato altri singoli da questo disco”, dice. Quindi, ci sarà ancora musica per ricordare questo straordinario 2015 del golden boy della nostra musica.
Clicca qui per vedere il promo del film