C’era tutto il suo fedelissimo pubblico all’Alcatraz di Milano l’altra sera a festeggiare una delle tappe più importanti del Pink Tour. Immanuel Casto è una delle figure più controverse e divertenti del panorama pop italiano. In primis, amatissimo da gay e affini, è stato uno dei pochi ad aver cavalcato l’onda della denuncia demenzial-pop condita da groove dance ed electro.
Il suo ultimo disco, “THE PINK ALBUM” (Freak&Chic /Artist First) è il quarto album di inediti che lo conferma re del genere Porn Groove, anticipato dal singolo “Deepthroat Revolution”. Nelle canzoni Immanuel prende in giro anche un po’ se stesso ma soprattutto il mondo che lo circonda. Etero o meno, tutti accomunati dalla stessa pochezza della vita, dalla frivolezza dei gesti e dall’infondatezza dei miti da inseguire per forza. La badante che deve sposarsi, la teen-ager che deve guadagnare come può, il prete che…meglio ascoltarlo che descriverlo, Casto (video qui: https://youtu.be/d9QeJBoR_gM) che si esalta quando il pubblico risponde alla travolgente “Sexual Navigator” estratto dall’album “Freak & Chic” (2013). Sa di aver azzeccato sopra le righe ritmo e liriche, ma sa anche di essere apprezzato perché sbroccando (e sboccando) dice le verità che non passano facilmente. E aggiunge anche quel tocco di spessore artistico quando chiama sul palco la bella e brava Romina Falconi nei singoli “Eyeliner” e “Sognando Cracovia”, strepitose demenzialità amene di varia ed eventuale fortuna. Non è esagerato il richiamo alle basi elettroniche stile Depeche Mode primo tempo, perché il pubblico lo vuole così. E lui glielo dà (finale scontato, alla Casto).