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IL RITORNO DEI ROXETTE: ESCE IL NUOVO ALBUM CHARM SCHOOL

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DiChristian D'antonio

Mar 11, 2011

Avrebbero potuto osare di più? Evidentemente se si parla di Roxette, il duo che dalla Svezia conquistò l’America e il mondo con il suo perfetto mix di power ballad e rock pop nei primi anni ’90, queste domande sono inutili.

Per la loro rentrèe dopo un decennio, e una brutta malattia della cantante Marie Fredrikson, hanno scelto la strada del ritorno alle origini,
senza nostalgia ma senza nemmeno preoccuparsi più di tanto di attualizzare il sound o omologarlo al trend del momento. Del resto chi comprerà questo cd si aspetta proprio questo, di risentire finalmente insieme i due musicisti/vocalist che hanno fatto sognare
una generazione sulle scene romantiche di Pretty Woman. E il pranzo è dunque servito.
La prima parte di Charm School spara altissimo. Si inizia con un titolo di chiusura (Way Out) retto su una tipica struttura da folk song dove è Per Gessle che fa gli onori di casa. Nonne Makes It On Her Own è forse il testo più intenso dell’intero lavoro, disteso su un tappeto di piano alla Beatles che sicuramente si candida ad essere l’episodio più ricordato di questo disco negli anni a venire.

She’s Got Nothing On è il singolo a buon titolo. Perché scanzonato e energetico per passare in radio, appunto.
Speak To Me è invece una delle cose meglio riuscite del disco, un gioco di vocals perfettamente calibrati sulle potenzialità dei due protagonisti, con un inciso che resiste anche ai più crudeli random play degli iPod.
A molti ricorderà tutti i motivi perché i Roxette sono stati così amati: una sensibilità melodica impressionante e una produzione minimalista ed equilibrata. Per la breve parentesi acustica di I’m Gald You Called ritornano in mente gli episodi meno memorabili del come back album Room Service (1999) ma il duo si riscatta con Only When I Dream, i 4 minuti più power pop di Charm School. Fosse il 1989, le radio sarebbero impazzite per questo ritornello.

Per si riprende la scena, non solo perché canta la maggioranza di Dream On, ma anche perché in questa ballata sostenuta si sente tutta la sua tradizionale energia compositiva. Big Black Cadillac, a dispetto di un esordio elettronico promettente, scivola debole per lasciare il posto a In My Own Way, degna di nota non per il genio innovatore ma perché si tratta di una traccia recuperata dagli anni ’80 quando i Roxette erano solo un esperimento per il mercato svedese. Curioso ascoltare come si scriveva allora.
After All ripropone le influenze 60’s pop e Happy On The Outside non riesce a riportare in alto la sequenza un po’ più debole di questa seconda metà del disco. Ci pensa però la finale Sitting on the top of the world dove Marie dice “Ho pagato il dovuto” . La cantante è cristallina e dolce come ce la ricordiamo, con un pizzico di ottimismo in più aiutato da quella prospettiva saggia di chi ha saltato il fosso e si è rimesso in gioco.
CHRISTIAN D’ANTONIO

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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)