Il Reality Transurfing® è una tecnica originale sviluppata dallo scrittore e fisico quantistico russo Vadim Zeland, utile
per gestire gli eventi della vita.
Zeland è l’autore dei libri sul Transurfing®, su di lui sappiamo ben poco poiché è una persona molto riservata e difficilmente racconta di sé.
Le uniche informazioni che abbiamo sono che sia di nazionalità russa, che ha lavorato come ricercatore nel campo della fisica quantistica e dell’informatica, per poi dedicarsi alla scrittura di libri. Zeland riferisce di non essere un
guru né un maestro spirituale e di non essere lui l’inventore del Transurfing® ma di aver ritrasmesso, attraverso la scrittura dei libri, i contenuti di quello che lui chiama: “antico sapere”.
Il Transurfing® è arrivato in Italia nel 2009, quando la casa editrice Macro ha pubblicato, per la prima volta in lingua italiana, il primo volume della trilogia sul Transurfing®: “Lo Spazio delle Varianti”.
La nostra fortuna è scaturita dall’incontro di Vadim Zeland con l’italiana Vera Bani, la traduttrice divenuta poi referente di Zeland, grazie alla quale abbiamo avuto la possibilità di leggere nella nostra lingua, spiegati in maniera molto chiara, così tanti libri sul Transurfing®. Le traduzioni di Vera Bani sono molto accurate e riescono a raccontare il Transurfing in maniera molto fedele rispetto alla lingua originale.
Il mio incontro con il Transurfing® è avvenuto circa 12 anni fa. Nel 2009, quando uno psicologo esperto in comunicazione che lavorava a Bari, il dr. Antonio Schiralli, mi ha parlato di un movimento legato alla Legge di Attrazione e di una tecnica nuova chiamata, appunto, “Transurfing”.
Dopo aver letto i libri, una volta compreso il valore e le potenzialità del Transurfing®, ho deciso di scrivere un articolo per l’edizione italiana della rivista musicale “Rolling Stone”, con la quale all’epoca collaboravo.
Pur essendo l’argomento un po’ troppo new age e fuori target per quella rivista, l’editore dell’epoca era molto interessato e ha accettato di pubblicare una mia intervista all’autore e di raccontare, per la prima volta
sulla stampa, il Transurfing®. Rolling Stone lanciava, così, il Transurfing a livello mediatico, su una testata on line molto seguita e con un target di lettori molto ampio. Gli articoli pubblicati in lingua italiana su Rolling Stone sono stati tradotti in altre lingue, in inglese e spagnolo.
Nell’intervista che ho realizzato per Rolling Stone, Zeland affermava: «Le persone scrivono che il Transurfing è un qualcosa che esse stesse intuiscono confusamente ma che non riescono a esprimere in forma chiara. Con il mio lavoro non ho fatto altro che illustrare precisamente quei presentimenti inconsci, quelle vaghe intuizioni che molti già coglievano. A queste vaghe percezioni è stato dato un ordine. Proprio questo piace alla gente. Le persone percepiscono questo Sapere come un loro Sapere». Uno stralcio dell’intervista è visionabile sul sito di Vera Bani “Russia Inedita” (www.russiainedita.it).
Zeland ha descritto, durante l’intervista, il Transurfing® anticipando molte informazioni che sarebbero state incluse nei libri pubblicati a seguire, circa 10 anni dopo. Uno dei concetti principali della disciplina è questo: «La realtà è una ma ognuno di noi ha il suo proprio singolo strato di realtà. A cambiare non è la realtà generale, comune. È lo strato del vostro mondo che cambia la sua configurazione. Con i vostri pensieri costruite una versione unica e individuale del vostro mondo».
La trilogia sul Transurfing® è di fondamentale importanza per comprendere le basi di questa disciplina, i primi tre libri che consiglio di acquistare sono: “Lo Spazio delle Varianti”, “Il Fruscio delle Stelle del Mattino”, “Avanti nel Passato” (pubblicati tra il
2009 e il 2011). In questi testi Zeland spiega come si presenta la realtà secondo il Transurfing e le regole che è opportuno applicare per gestire questa realtà. L’autore narra la tecnica attraverso delle metafore, in maniera comprensibile. All’inizio può essere difficile capire alcuni meccanismi e paradossi, ma vi assicuriamo che rileggendo più volte i testi e poi con la pratica tutto diviene molto semplice.
Perché è stato così utile studiare il Transurfing® in quel momento? Credo di poter esprimere quello che è il pensiero comune, di tante persone che hanno letto il Transurfing il quel periodo:
“Dopo aver compreso quale sia il tuo ruolo nella gestione degli eventi, quando capisci che i tuoi pensieri possono realmente compromettere o modificare il corso degli eventi, attraverso le scelte e l’azione, allora smetti di pensare in maniera negativa. Le paure lasciano il posto alla determinazione e la tua proiezione della realtà diviene ideale, concreta e godibile. La scelta, per un transurfer, è sempre nella direzione positiva degli eventi, nella manifestazione di una realtà bella e armonica, anche se questo significa fare una scelta nella direzione diversa da quella immaginata in un primo momento. Non sappiamo, del resto, quale strada ci può portare al nostro fine”.
Dopo la trilogia, la Macro edizioni ha pubblicato altri due libri racchiusi in un cofanetto: “Le Regole dello Specchio” (pubblicato nel 2012) in cui Zeland racconta di una “realtà duale”, definendo il mondo uno specchio, dove da una parte c’è lo spazio metafisico dei pensieri e dall’altra lo “spazio delle varianti”, la manifestazione della realtà.
La persona, attraverso i propri pensieri (ossia la parte metafisica) riflette nella realtà l’immagine del proprio mondo (l’aspetto materiale). Per intendersi, è come quando ne “Legge di Attrazione” viene spiegato che i “pensieri diventano la nostra realtà”. Ciò a cui prestiamo maggiormente attenzione, quello a cui pensiamo ripetutamente, per ‘analogia – attrazione – qualità energetica’ finisce per manifestarsi nella nostra realtà quotidiana.
Il Transurfing ha raccontato tutto questo in Russia molti anni prima che venisse scritto in America il libro “The Secret”, quindi in un certo senso ha anticipato i tempi diffondendo un messaggio relativo alla manifestazione della realtà, attraverso l’intenzione racchiusa nei nostri pensieri (intenzione esterna per il Transurfing).
A seguire, sempre edito da Macro, è stato pubblicato un libro molto impegnativo che affrontava il tema dell’alimentazione naturale e crudista. Zeland, all’epoca, riteneva fondamentale la nutrizione crudista per applicare la disciplina, sostanzialmente riteneva che ogni alimento non dovesse essere sottoposto a trattamento termico per preservare quella che in MTC (Medicina Tradizionale Cinese), per fare un esempio, si chiama “energia vitale”. Il titolo del libro è: “Il Transurfing Vivo” (2012) pubblicato insieme alle carte: “I Tarocchi dello Spazio delle Varianti”.
Tutti i testi di Zeland sono stati molto apprezzati dalla comunità italiana ed il Transurfing si è diffuso rapidamente su Facebook attraverso pagine e gruppi molto attivi.
Il contributo della comunità italiana nella diffusione del Transurfing è stato fondamentale, anche a livello internazionale. Lo stesso Zeland ha scritto sul suo sito parole incoraggianti e di riconoscenza nei confronti della community presente in Italia, che ha potuto comprendere ed applicare al meglio il Transurfing grazie alla pubblicazione di oltre 12 libri tradotti da Vera Bani, la prima transurfer italiana. Il suo riconoscimento di ben quattro trainer italiani di Transurfing dimostra il suo affetto e la sua gratitudine nei confronti dell’Italia.
Nel 2013, è avvenuto un incontro molto importante per tutti i seguaci del Transurfing: Vadim Zeland è venuto in Italia, nel mese di Aprile, per presentare a Milano (con circa 9 mesi di anticipo rispetto all’uscita in Italia) il suo libro: “Scardinare il Sistema Tecnogeno”, che all’epoca non aveva ancora un nome in lingua italiana (Il titolo inizialmente proposto fu: “Scassinamento” o “Scardinamento” del Sistema). Durante l’incontro Zeland affermava che il mondo era cambiato dall’uscita dei primi libri sul Transurfing e che quindi era cambiato anche il modo in cui l’uomo interagiva con la realtà circostante.
Con quel libro il Transurfing, possiamo affermare, è passato da una visione propriamente esoterica del mondo ad una visione olistica rappresentata dalla formula: “come pensiamo – la nostra intenzione + come ci nutriamo – l’alimentazione naturale + come ci muoviamo, l’esercizio fisico insieme alla tecnica del Transurfing, generano la nostra FORZA VITALE”.
Se osserviamo uno stile di vita olistico, prestiamo attenzione alla qualità dei nostri pensieri, al cibo di cui ci nutriamo (preferendo una alimentazione naturale) e se effettuiamo esercizio fisico, riusciamo ad applicare il Transurfing nella maniera più appropriata. L’energia va spesa in azione!
Durante l’incontro milanese del 2013 Zeland ha parlato molto del Sistema Tecnogeno, costituito dalla tecnologia di cui disponiamo come le reti satellitari, i computer ed internet, gli smartphone, i social network spiegando che in quel periodo è iniziata una vera e propria “intossicazione informativa”. Questo è quanto riferiva all’epoca:
«In un contesto di informatizzazione generale con la comparsa della televisione satellitare, di internet, della telefonia mobile e in ultima istanza dei social networks, quella che si è venuta a creare è una potente cascata di informazioni. È iniziata una potente intossicazione informativa».
La società in cui vivevamo sarebbe stata dunque rivolta in una direzione completamente opposta a quella del Transurfing, poiché inglobata nel Sistema.
Questo è quanto riferito durante l’incontro: «Provate a confrontare l’uomo moderno con quello che viveva 1000 anni fa quando non c’erano i giornali, il cinema, la radio, la televisione, internet, la televisione satellitare, le reti sociali. Ora è una situazione completamente diversa. L’uomo moderno soffre di una dipendenza delle informazioni, non solo ma la gestione dei propri pensieri è un processo difficile da realizzare. L’uomo fa fatica a stabilizzare i movimenti caotici dei suoi pensieri ed a fissare il flusso nella direzione da lui prescelta».
Come potete leggere nell’articolo che ho scritto all’epoca (sulla rivista RioCarnival) Zeland afferma quanto sia condizionante il sistema sugli individui e quanto, attraverso i socials, il sistema riesca a catturare l’attenzione di tutti gli utenti ed a manipolare il loro comportamento: «Collegato in rete con tutti gli apparecchi elettronici a lui regalati dal sistema, sempre collegato e pronto a ricevere informazioni dalla rete. Piuttosto che essere vigile e consapevole, l’uomo deve seguire una via incerta che gli sarà indicata a tempo debito, senza nessuna garanzia che sia per il suo bene: formando quei riflessi condizionati necessari per rispondere al posto giusto e al momento giusto, con un clic di mouse, con un bottone, con un carrello della spesa o con un bollettino elettorale. Questo è in sintesi il profilo dell’uomo che vive nel Sistema Tecnogeno».
In quel periodo è stato molto sentito questo aspetto del condizionamento del “sistema tecnogeno” sugli individui. La maggior parte dei transurfer dell’epoca cercava di passare su Facebook il tempo necessario per comunicare qualcosa.
Spesso i lettori evitavano di guardare la televisione e di leggere i giornali, per non farsi condizionare dal sistema. Ho conosciuto transurfer che sono diventati crudisti, altri che coltivavano l’orto e producevano vini, coltivavano i germogli, purificavano l’acqua con la shungite. Alcuni praticavano arti marziali, il Tai Chi, il Qi Gong. Zeland all’epoca era molto rigido sulla questione dei social network e dei mass media, molto rigido anche sull’alimentazione, che doveva essere di tipo prevalentemente crudista. Questo era difficile per gli italiani, così legati alle tradizioni culinarie del nostro paese. In molti, infatti, dopo la pubblicazione di quel libro hanno sospeso la pratica del Transurfing, perché ritenevano questa filosofia di vita – soprattutto il programma alimentare crudista – troppo difficile da seguire e da mettere in pratica.
Nell’estate del 2015, Zeland ha scritto un altro libro, “Il Proiettore”, poi pubblicato da Macro. Questo testo è stato molto importante per i transurfer in quanto spinge il lettore a divenire parte attiva nel processo creativo di immaginazione e realizzazione della realtà. “Il Proiettore” si presenta come un libro-diario dove scrivere il modo in cui ognuno di noi desidera realizzare la propria realtà. Il lettore diventa così protagonista nel processo di co-creazione e questo gli consente di comprendere al meglio il Transurfing.
Dopo quel testo, la Macro ha pensato di pubblicare una raccolta di tutti i principi della tecnica, Vera Bani lo definisce quasi un “Bignami” del Transurfing, il libro: “Transurfing in 78 giorni”. Un testo utile per i neofiti, gradevole da leggere e molto esplicativo.
Nel corso degli anni il coaching per il Transurfing si è affermato sempre di più in Italia, sino a diventare una realtà molto richiesta e anche imitata da diverse persone sui socials e su YouTube. Zeland ha così pensato di definire meglio la figura del coach ufficiale, estendendo la possibilità di insegnare il Transurfing anche ad altri professionisti qualificati in Europa, nei paesi Arabi, sino ad arrivare negli Stati Uniti. I coach italiani sono così diventati così quattro, presenti sul sito ufficiale di Vadim Zeland zelands.com.