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I KUTSO LANCIANO MUSICA PER PERSONE SENSIBILI

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DiChristian D'antonio

Mar 1, 2015

Più di 120 date nel 2014 per il loro Perpetuo tour, un’apparizione a Sanremo 2015 che li ha fatti conoscere al grande pubblico televisivo e un’irriverenza travolgente che non nasconde la loro anima da veri musicisti preparati. Signori, ecco i Kutso, band romana che questo mese esce sul mercato con Musica Per Persone Sensibili, un album di 14 pezzi prodotti dalla giovane band (età media 30 anni) e da Alex Britti. Ne abbiamo parlato con Matteo Gabbianelli (voce) e Luca Amendola (basso).

Come vi sentite ora che siete arrivati al grande pubblico?

Siamo stati sempre in tour e l’anno scorso siamo arrivati anche sul palco del primo maggio a Roma davanti a centinaia di migliaia di persone. Da questo punto di vista è cambiato poco, nel senso che abbiamo avuto la fortuna di avere un’attività live da professionisti anche prima di Sanremo. Poi è ovvio che la popolarità che offre la tv è tutta un’altra cosa, stiamo incontrando tantissime persone e in una settimana abbiamo 8mila like nuovi sulla pagina di Facebook. Queste sono le differenze tra il prima e il dopo.

Vi fa piacere essere considerati irriverenti?

Noi non facciamo nulla di nuovo rispetto ai nostri show, non siamo andati a Sanremo con la presunzione di spaccare tutto. A volte gli italiani, specie gli artisti italiani, si prendono troppo sul serio, abbiamo solo voluto dimostrare che alla fine, impegnati o scanzonati, siamo tutti uguali.

Nel vostro disco ci sono influenze ska e reggae, da cosa derivano?

Sì anche nel singolo Elisa ci sono echi di questi generi, ma noi in realtà arriviamo da un modo di suonare che è molto grunge, siamo nirvaneschi. Poi lo mischiamo con il pop che ci piace, e Iggy Pop. E anche questo significa per noi non avere atteggiamenti artefatti, suonare quello che ci piace, senza far necessariamente piangere o commuovere.

C’è un complimento che qualche vip vi ha fatto che vi è rimasto impresso?

Rocco Tanica che secondo noi era il miglior comico tra i comici di Sanremo ci ha detto che il posto dei numeri uno è sempre il secondo. E per noi è stato un battesimo indimenticabile, adoriamo Elio e Le Storie Tese, anche se pensiamo che la nostra musica sia diversa. Le loro canzoni servivano alla loro performance, per noi crediamo valga il contrario

Christian D’Antonio
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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)