C’è chi è venuto per vedere Flea dei Red Hot in gigantografia che nasconde (nemmeno tanto) la sorpresa sotto il suo strumento. C’è chi si incanta davanti a un intenso e asimmetrico ritratto di Dylan in bianco e nero del 1984. E c’è chi passa solamente per dire grazie a questo artista piemontese, Guido Harari, che per anni con i suoi scatti ha fatto sognare generazioni di rock fans in tutto il mondo. Il fotografo espone a Milano, allo spazio Enviroment di via Sacchi una personale intitolata Sonicamerica (fino al 20 novembre), dove ha raggruppato scatti di alcune stelle del rock a stelle e strisce.
Cosa sarebbero le rockstar senza immagine? E cosa sarebbe la loro mitologia senza le prove tangibili visive di quello che hanno fatto, i luoghi che hanno visitato, i vestiti che hanno indossato, le persone che hanno incontrato. È tutto qui il senso delle esposizioni delle fotografie di Harari, a torto non adeguatamente celebrato da media e pubblico in Italia, ma conosciutissimo all’estero. Da quando ha collezionato tutta la sua produzione in un solo luogo ad Alba vicino Cuneo (date un occhio qui e impressionatevi www.wallofsoundgallery.com) gli è tornata la voglia di mettere a disposizione del pubblico le sue immagini che custodiscono un pezzo di storia del rock. A Milano si ammirano Patti Smith, Jeff Buckley, Lou Reed, i Rem, Leonard Cohen, Frank Zappa, il Boss e Miles Davis tutti nella stessa stanza. E ci si fa un’idea di come cambia l’immaginario visual del rock leggendo le didascalie con le date: Iggy Pop su uno sfondo infuocato sovrapposto, Carlos Santana inedito ed estroso, Tina Turner in tutta la sua magnificenza da tigre del palco che emerge da un drammatico background nero. Per chi ama le icone, imperdibile.
CHRISTIAN D’ANTONIO