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Graham Candy: “Amo Berlino, la Nuova Zelanda è difficile da dimenticare”

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DiChristian D'antonio

Mag 11, 2016
graham candy fotografato a Milano da Christian D'Antonio (2)
foto: Christian D’Antonio

Il sole che sale, il mare, la rilassatezza, gli infradito. Graham Candy ormai questi scenari li vive solo nella memoria, visto che da neozelandese aspirante rockstar si è trasferito a Berlino tre anni fa. Il giovane cantautore ha avuto subito presa nel mercato tedesco, la sua musica è piaciuta alla Bmg che l’ha messo sotto contratto e l’ha fatto lavorare con il DJ e produttore tedesco Alle Farben con la canzone “She Moves (Far Away)“, che l’ha reso molto popolare. “Appena arriva il caldo mi spoglio, non è stata sempre una buona decisione perché a volte mi viene il raffreddore”, scherza durante l’incontro per il lancio italiano di Plan A, il suo primo album.

Hai solo 25 anni quindi la nostalgia ti viene ancora? La si sente in canzoni come Home, per esempio.
Home è una di quelle canzoni che compongono la diversità del disco. L’ho composta da solo al piano, per dire che sono andato via ma non dimentico da dove arrivo, anche se mi piace l’Europa, la Nuova Zelanda è un posto difficile da dimenticare. Parlo della mia famiglia, è un momento vulnerabile ed è nato dal cuore. Tutta la storia di Plan A è derivata dalla scuola e dalle pressioni che ricevevo dagli insegnanti lì e i miei sogni che facevo. Quindi è la mia rivincita per quelli che dicevano che non ce l’avrei mai fatta.
La tua musica a volte parte dolce, poi si arrabbia. Da dove tiri fuori questa energia?
Anche se inizio con il sentimento e la dolcezza nelle canzoni ho sempre necessità di avere dei pugni, quindi il ritmo è sempre molto presente. Onestamente non ho un figlio preferito tra i miei pezzi, gli organici e malinconici sono sempre molto nudi e semplici. Ma anche Back Into It mi piace. Voleva essere la spina dorsale che unisse tutto il disco e parla di farcela e riuscirci nella vita, quindi anche se è molto ritmata mi resta nel cuore.
Hai mai cercato su Google Plan A? È un titolo che ricorre spesso nella musica.
Certo l’ho cercato. Molti parlano del plan B, ma io non voglio nemmeno parlare di un piano B, un sacco di foto escono nella ricerca tra l’altro digitando piano B. L’unico che mi interessa è il mio piano A. Da piccolo scherzavo: il mio piano B sarebbe stato fare il tassista.
Chi ti ha accolto quando sei arrivato a Berlino?
Sono stato scoperto in un bar a Auckland e sono stato portato in Europa. I produttori tedeschi Feeliong Valencia sono stati i miei fratelli maggiori, mi hanno instradato a questo mestiere, si sono presi cura di me, proprio quello di cui avevo bisogno quando sono arrivato a Berlino. Per me questo disco non è soltanto una presentazione di me stesso ma soprattutto del mio team e della mia famiglia berlinese, i miei produttori.
Dove vivi?
Vivo stabilmente a Berlino, in Nuova Zelanda per me era troppo facile rilassarmi e quindi mi ci voleva una città dove se lasci la palla ci sarà sempre qualcuno che la prende. Essere in questa corsa al momento mi fa molto bene. Ci sono un sacco di persone che hanno a che fare con la musica che arrivano, la città è ancora molto conveniente e questo favorisce l’incontro di artisti. Il più delle volte ci si trova a Kreutzberg, il posto dove sono concentrati molti dei 45 studi di registrazione in città. È una cosa pazzesca, riesco a essere me stesso e non devo pensare a cosa pensano le persone. A casa mia dovevo essere per forza cool, con amici cool, forse derivava anche dal fatto che ero molto giovane.
Hai fatto anche esperienze di recitazione e ballo. Che ricordi hai?
È una cosa positiva avere il cervello fresco e bilanciato. Al momento, diciamo gli ultimi 3 anni, sono stati molto musicali per me. Ho fatto il remake di Footloose, ho recitato in Spring Awakening. Ho recitato anche in Queen of Cartagening. Ho chiesto alla mia agenzia di mettermi nei casting di Game of Thrones, anche se sarò assieme a 10mila aspiranti, ma voglio farlo. Ballo nella mia camera dopo qualche birra con gli amici con la musica anni 90. Ma a me piace ballare il tango e la salsa. Non posso più andare in una ballroom come facevano i miei genitori il sabato, forse perché le cose sono molto più oscure e selvagge oggi, non ci sono quegli ambienti.

Christian D’Antonio

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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)