Vendere 300mila download ogni settimana, per 2 mesi consecutivi, non è da tutti. E nella digital age i music fans hanno trovato la loro nuova bandiera del divertimento. Si chiamano appunto Fun., vengono da New York e hanno incantato il mondo con il loro inno We Are Young la stagione scorsa. La sensazione che il terzetto abbia tutte le carte per rivelarsi il perfetto connubio tra la teatralità dei Queen e la freschezza dei primi Maroon 5 è confermata anche e soprattutto dalle esibizioni che in questi mesi sta tenendo dal vivo nei club di tutta Europa.
Alla prima data italiana di Milano (ad aprile torneranno a Bologna e Roma, info su http://www.viagogo.it/Biglietti-Concerti/Alternativa-e-Indie/fun-Biglietti/E-493033) il pubblico è stato scatenatissimo e caloroso, come sono ai teen-show accade. L’atmosfera all’Alcatraz era a dir poco incandescente per questo debutto italiano, con tantissimi under 18, talvolta accompagnati da genitori complici. Ma tutti sembravano essere accorsi più per la musica che per vedere le star. Sembra davvero la musica a essere la sola responsabile del tripudio di consensi di cui godono in questo momento i Fun. anche perché qui di immagine da boyband c’è poco e niente, con i tre protagonisti che assomigliano verosimilmente a tre nerd della porta accanto con poca voglia di vestirsi per impressionare. Nonostante il poco appeal visivo, i teens si eccitano al solo pensiero di averli finalmente davanti. Scalpitano fin dal pomeriggio, a cominciare dall’accoglienza che è stata tributata ai Walk The Moon, una formazione indie dell’Ohio che sta riscuotendo un certo interesse aldilà del support ai Fun, perché propone un funk anni 80 aggiornato con arguzia. Anche loro torneranno (http://www.viagogo.it/Biglietti-Concerti/Alternativa-e-Indie/Walk-the-Moon-Biglietti).
Ma noi torniamo ai Fun. Nate Ruess il cantante e paroliere, ha studiato alla scuola di Freddie Mercury e si vede. Ha la stoffa del grande intrattenitore, che corre senza risparmiarsi a tutti i lati del palco, raramente perdendo una nota, dalle iniziali Carry On e All The Pretty Girls, salutate con un boato assordante, alle cose più rilassate come le ballad al piano in cui si è cimentato il front-man. Walking The Dog, anche se inevitabilmente fa ripensare allo spassoso video pop che li lanciò due anni fa, non perde onstage, sia di intensità che di coinvolgimento. Più che Queen sembra uscita dalla colonna sonora di Rocky Horror la reprise di At Least I’m Not as Sad (As I Used to Be) dove la corista Emily Moore, che è anche polistrumentista, ha un grande meritato spazio.
Alla fine dello show si capiscono molte cose. Si capisce da che parte va il consumo di pop negli anni degli store digitali, si capisce perché i Fun. sono nominati a 3 Mtv Europe awards e contemporaneamente si esibiscono ai Do Something Awards che celebrano i giovani talenti che hanno cambiato il mondo ogni anno. Si capisce che la voglia di libertà e divertimento che gridano dal palco ha trovato una platea che non aspettava altro.
CHRISTIAN D’ANTONIO