Al terzo album, Francesco Gabbani, vincitore del Festival di Sanremo 2017 con Occidentali’s Karma, è un protagonista affermatissimo del panorama musicale italiano. E sta succedendo anche di più nella settimana di lancio del suo Magellano: il video del primo singolo ha superato i 100 milioni di views, merito anche dell’impatto che la canzone sta avendo in tutto il mondo. Insperato successo per il cantautore toscano che solo un anno fa pensava al ritiro e a una carriera all’ombra come autore per il suo team di artisti colleghi alla BMG. E invece, dopo Amen nel 2016, tutto è cambiato. Ci spiega lui come.
Come si affronta il successo per la prima volta a 35 anni?
Il mio metodo è vivere bene, se mi osservo dall’esterno vedo frenesia in questi mesi, ma la mia difesa è vivere in maniera naturale e senza pormi problemi. Sono arrivato alla fama quando la mia personalità era già formata quindi non mi spaventa.
Cosa pensi del successo strepitoso di Occidentali’s Karma?
Sono convinto che le canzoni davvero abbiano una loro vita una volta che sono pubblicate. Ora la sto osservando e la rispetto, la porterò all’Eurovision di Kiev così come è stata scritta, senza traduzioni, piace così. Abbiamo solo dovuto ridurre la durata che doveva essere sotto i 3 minuti come da regolamento. Quindi abbiamo sacrificato una strofa e salvato lo special, che è il momento in cui “la scimmia” si rialza.
La musica arriva da una fatica interiore o nasce spontaneamente?
La fatica non è scrivere, la forma d’arte è figlia di tutto quello che avviene nella vita e poi esce fuori dalla scrittura. Questo disco comprende il mio universo, non sono ironico per coprire le ballad. La dimensione sarcastica nella mia musica attira il pubblico e spero di appassionarlo anche ai momenti più intimi del disco.
Cosa ascolti?
Tutto, non ho un limite, non ho preconcetti, ho grande rispetto per chi fa musica perché so cosa vuol dire. Vengo dal jazz e dal blues, per quanto strano possa sembrare, le prime cose le ho fatte andando in tour da chitarrista. E oggi, vedere il mio disco pubblicato anche con lo spartito è una soddisfazione, ma anche un omaggio a tutti quelli che vogliono riprodurre fedelmente la mia musica per come è stata scritta.
Cosa c’è di particolare nella genesi del disco Magellano?
Ne avevamo scritto l’80% prima della vittoria a Sanremo. Ci sto lavorando dal settembre scorso, da quando ho finito il tour estivo. Poi mi sono dato alla colonna sonora del film di Fausto Brizzi, Poveri Ma Ricchi. Quindi dopo il Festival ho ripreso a incidere, la produzione di Luca Chiaravalli è stata determinante. Esco con un album che porta la mia faccia, ma in realtà è un lavoro collettivo fatto con lui, mio fratello Filippo e il mio coautore Fabio Ilacqua.
Farai il concertone del Primo Maggio e gli Mtv Awards a Roma. Cosa ti aspetti?
Sostengo lo spirito del concerto di Piazza San Giovanni, ovviamente, sono sempre dalla parte di chi chiede i diritti. Ma per me ha una valenza artistica immensa, è uno dei palchi più ambiti per chi fa il mio mestiere. Lo guardavo in tv, e quest’anno salirò su quel palco…Per il premio di Mtv ti dico che è una nuova esperienza che ho accettato non per mettere piede in un altro campo, ma perché c’è una lunga storia di cantanti che lo hanno presentato e quindi mi sembrava un’occasione ottima.
Alcuni hanno notato che il disco contiene solo 9 brani, di cui una cover di Adriano Celentano. Ti piace la brevità?
Abbiamo scelto le canzoni che significavano qualcosa e stavano bene assieme. Per fortuna siamo tutti autori nella mia squadra e non abbiamo problema di repertorio. Ma io privilegio la sintesi giusta, secondo me bastano, se fornisci troppo rischi di creare confusione. Io stesso quando ascolto i dischi lunghi o vado a concerti lunghi mi annoio. Quindi, non voglio strafare. Dal vivo in estate proporrò i miei ultimi due dischi e anche qualche ripescaggio di Greatest Hits, un album uscito quando non ero ancora famoso.
Christian D’Antonio