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EMPIRE OF THE SUN, ELETTRONICA “NATURALE”

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DiChristian D'antonio

Giu 27, 2013

Empire of the sun_cover album Ice on the duneI contrasti si sa, partoriscono sempre delle belle sperimentazioni. In musica poi, la casistica abbonda. Ma c’è qualcosa in Luke Steele e Nick Littlemore, il modo in cui si presentano al pubblico e come compongono quando si “travestono” da Empire Of The Sun che ha del magnificente. Non stiamo esagerando: la musica del duo australiano è riconoscibile, sognante, ricca, opulenta in elettronica e dettagli. Li abbiamo incontrati durante la presentazione del nuovo Ice On The Dune a Milano. Luke è il più estroso in video, il più taciturno dal vivo. Nick è il portavoce ironico e puntuale del progetto che al secondo album è già un marchio di successo in tutto il mondo. «Abbiamo fatto degli assaggi live in Australia e Sudamerica – ci dice – e speriamo di venire in Italia dopo l’estate. Ci siamo già stati per fare da supporter ad altre band, io poi ci sono venuto in vacanza ma solo al Nord».

Di cosa parla Ice On the Dune? È un racconto visionario e futurista dove al centro della storia ci sono l’imperatore Steele e Lord Littlemore su cui incombe una sfida senza precedenti nel loro tentativo di riportare la pace nel mondo, 1000 anni più avanti nel futuro. C’è anche un accenno pacifista e naturista. «Il viaggiare aiuta molto la nostra immaginazione – rivelano – quando siamo stati in un posto archeologico in Messico siamo rimasti colpitissimi, ci abbiamo pensato e ripensato per molto tempo. Credo che ci sia qualcosa negli australiani che li porta a viaggiare intensamente e con grande spirito di scoperta. Ci sentiamo lontani da tutti i posti del mondo e vogliamo visitarli».

Con un universo visionario molto eccentrico, vengono in mente paragoni con gli anni 80. Entrambi si stupiscono, anche se è difficile credere che non abbiano studiato alla scuola di Freddie Mercury o Boy George. «Non ci ricolleghiamo a nessun periodo in verità, possiamo solo dire di aver avuto sempre una passione per i nostri idoli adolescenziali, di tutto il pop. È proprio vero che oggi i ragazzini sentono le star più vicine, fino a qualche anno fa senza i social network sembravano tutti inavvicinabili».

Musicalmente il loro nuovo album (che arriva a 5 anni dall’esordio di Waliing On a Dream) è molto godibile, di una freschezza non banale ma nemmeno rivoluzionaria. È accurato nelle sue scelte, preciso nei riferimenti, sembra quello che potevano diventare i neworkesi MGMT se non si fossero dati alla psichedelia. Per questa volta, gli australiani hanno vinto.
CHRISTIAN D’ANTONIO

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Christian D'antonio

Christian D'Antonio (Salerno, 1974) osserva, scrive e fotografa dal 2000. Laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal 2004. Redattore di RioCarnival. Attualmente lavora nella redazione di JobMilano e collabora con Freequency.it Ha lavorato per Panorama Economy, Grazia e Tu (Mondadori), Metro (freepress) e Classix (Coniglio Ed.)