Si è conclusa con il concerto di Damien Rice la trentasettesima edizione del Pistoia Blues Festival, sotto un limpido cielo estivo in una bella serata di luna crescente. Il cantautore irlandese ha regalato al pubblico ed ai suoi fan momenti di grande emozione ed una intensa performance sul palco. Quindici brani in set list, molto apprezzata dall’audience presente in piazza Duomo. Rice ha deciso, come ogni volta, sul momento la scaletta con l’imprendibilità e la creatività che lo contraddistingue. Ha cominciato con il brano che da il titolo al suo ultimo album, ‘My Favourite Faded Fantasy’, un po’ malinconico come inizio, recuperando strada facendo dopo ‘Nine Crimes’ e la dolcissima ‘Delicate’ con ‘I remember’, ‘Trusty and True’ e la favolosa ‘Amie’. Rice è socievole, saluta e scherza con il pubblico, si prende spesso in giro. La sua spontaneità e semplicità affascinano i suoi seguaci, che loro malgrado devono rinunciare a foto, selfie e autografi perché lui preferisce un rapporto più diretto e meno da ‘divo’ con i suoi fan. Personalmente la ritengo una scelta ammirevole e molto umana, il fanatismo dovrebbe essere anni luce lontano dal suo mondo, chi lo segue dovrebbe apprezzare questo comportamento, anche perché per ascoltare la musica di Damien devi essere necessariamente essere sulla sua stessa ‘lunghezza d’onda’.
Sul palco era presente anche un banchetto con due bottiglie di vino (al sole dalla mattina) e alcuni bicchieri, che lasciavano intuire ci sarebbe stata l’esibizione di ‘Cheers Darling’, durante la quale Rice invita di solito una ragazza scelta tra il pubblico a salire sul palco ed a bere con lui. Ma viste le tante richieste da parte dell’audience, ha forse preferito accontentare i suoi fan con ‘Rat Within the Grain’ e una versione eccellente e molto carica di ‘Insane’. Le requests erano brani davvero inediti, vere e proprie chicche della sua discografia, di cui lo stesso Damien diceva scherzando di non ricordare le parole. A seguire, ‘Cannonbal’ durante la quale per un momento ha lasciato il microfono per cantare a voce nuda, ‘Colour Me In’ richiesta da una fan in prima fila, ‘Elephant’ e ‘It Takes a lot to know a man’. Il concerto si è concluso a sorpresa con ‘Rootless Tree’ e la immancabile ‘The Blowers Daughter’, conosciuta per essere uno dei brani del film ‘Closer’ e nel finale una versione a due voci di ‘Volcano’, accompagnata dalla languida violoncellista islandese, Gyda (ex componente dei Mùm) che ha aperto a sua volta la serata di Rice, con altrettanta voluttuosa sensualità.
Una insolita performance ha scaldato ulteriormente la piazza dopo la fine concerto, tra il pubblico c’era anche Francesca Michielin, grande fan di Damien Rice. L’artista si è trattenuto un po’ più a lungo con i suoi fan ed ha chiesto proprio a Francesca di cantare insieme a lui una delle sue prime canzoni, ‘Cold Water’, che di solito canta affiancato da una voce femminile (sul primo disco ‘O’, con Lisa Hanningan). Una esibizione da brividi, la Michielin visibilmente emozionata, ha trascinato con se una sua amica prima di mettersi accanto a Rice e di cominciare. Ad occhi chiusi, con l’intensità e la sensibilità che caratterizza entrambi, hanno cantato insieme. Poi Francesca ha ringraziato Rice attraverso i suoi canali socials per averle dato questa impagabile opportunità. Il Pistoia Blues chiude così i battenti e da appuntamento all’anno prossimo, speriamo di nuovo con lo stesso Damien Rice.
Luana Salvatore
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