La lezione che ci fa Conchita, alla sua seconda visita ufficiale in Italia, è proprio quella più inaspettata da parte di una star che del trasformismo ha fatto il suo forte: non essere mai nulla se non se stessi. “In questo disco ho messo solo canzoni che almeno parlavano in qualche modo di me – dice alla conferenza del suo album di debutto a Milano – e anche quando mi arrivano le composizioni da sconosciuti non guardo la firma o la provenienza, sono tutti uguali per me. Prima sento la melodia, poi le parole e poi è fatta. Se mi ci ritrovo, la canzone è mia”.
Ha un’idea precisa di chi è oggi la Conchita Wurst dello scandalo all’Eurofestival di un anno fa, sdoganata dalle platee più mainstreem che si può intorno al mondo (dall’Onu al nostro Sanremo è un attimo). Merito anche di una seduta “terapeutica” di quattro giorni con il suo fido ghost writer che ne ha raccolto le memorie per un libro, “Io Conchita” che è in libreria da noi per i tipi di Mondadori Elekta. “Mi sono sbalordita quando mi hanno chiesto a 26 anni di fare un libro su di me. Ma poi visto che volevano farlo ho pensato, meglio farlo come piace a me. E cioè partire dalle immagini e raccontare delle storie”.
Però la star austriaca, che ha vinto anche i prestigiosi premi nazionali Amadeus, è più che altro una cantante. L’attesa per l’album è stata lunga, e oggi arriva con power ballad e swing pop come volevasi dimostrare. Non è una diva da discoteca, ma un’intensa interprete che ben sa giocare con la sua potente voce. Poi c’è l’apparenza e il look, che a volte forse la travolge: “Ma no, non è così disastroso essere famosi come sono io. Ovviamente non sono Madonna e non mi posso permettere un tour con migliaia di persone che mi seguono. Ma il pubblico mi sta dando la possibilità di girare il mondo e di tanto in tanto fare qualche esibizione. Porto con entusiasmo e divertimento il mio personaggio sul palcoscenico, ci sono voluti anni e oggi sono quello che ho sempre voluto essere. Se ho voglia di normalità mi tolgo la parrucca e le ciglia finte e mi vado a fare la spesa da sola”.
Oltre alle hit “Rise Like A Phoenix”, “Heroes” e “You Are Unstoppable”, il disco contiene altre perle tutte da scoprire. ‘Conchita’ alterna canzoni dalla ritmica pulsante come “Colours Of Your Love” e “Firestorm” alle atmosfere orientaleggianti di “Out Of Body Experience”, passando per “Where Have All The Good Men Gone”, brano swing con tanto di sezione di ottoni, fino ad arrivare alla maestosa ballata “Pure”.
“Tengo a quest’album in modo particolare,” dice Conchita Wurst, “perché è il mio primo disco da solista e quindi sono molto emozionata.” Per l’artista era importante puntare su una proposta musicale molto varia: “Sono felice che il disco sia così colorato e sfaccettato. ‘Conchita’ abbraccia tutti i miei generi musicali preferiti e per questo spazia dalle ballate drammatiche ai brani dance”. Conchita sapeva fin da subito a chi dedicare l’album: “Questo disco lo dedico innanzitutto ai miei fan, che mi hanno sempre sostenuta durante quest’ultimo anno. Sono molto soddisfatta del risultato e spero che piaccia tanto anche a loro”.
Dietmar Lienbacher (Division Head, Sony Music Entertainment Austria) ha commentato: “L’album di debutto di Conchita è versatile proprio come lei. È la consacrazione definitiva di un’artista poliedrica, eclettica e impareggiabile”.