C’era bisogno di una replica di freschezza nel panorama rock italiano per giovanissimi? A quanto pare sì, a giudicare dall’entusiasmo con cui sono stati accolti i Caponord al loro showcase milanese per presentare il disco Copriti Gli Occhi. Il quartetto di Crema/Bergamo suona come una versione aggiornata (e “sporcata”) dei Lunapop di 10 anni fa. Solo che i ragazzi ci mettono dentro più veemenza che brit-rock e i testi dei loro brani sembrano assolutamente in linea coi tempi che viviamo.
Se diventeranno la nuova teen-sensation lo si dovrà anche a quello che dice Sebastiano Giordani, chitarrista della band: “Abbiamo in comune la passione per la melodia. Ascoltiamo dal rap alla musica classica, ma siamo fondamentalmente innamorati del rock britannico, che sa unire la melodia pop a un suono più energico e avvolgente”.
Davide Simonetta, il cantante, scrive i testi. E nel singolo L’Autunno Che Cade attualmente in radio, parla di come la fine di una relazione possa portare non solo del male. Temi cari al pubblico di riferimento, ma senza dubbio trattati qui con onestà e spontaneità. L’impeto maggiore i Caponord lo mettono quando parlano di cose che conoscono: vicende umane vicine alla loro generazione, sospesa ancora una volta (anche nel 2012 succede!) tra voglia di acciuffare il mondo e fermare il tempo per non crescere e affrontare tutto ciò che ne consegue.
Lo si capisce in Cresci e soprattutto in Sere Inutili, una delle più autentiche fotografie della condizione giovanile raccontata dai giovani stessi. “Abbiamo chiamato il disco Copriti gli Occhi perché è la sintesi perfetta dei diversi stati d’animo narrati nel disco. Si chiudono gli occhi per evadere almeno con la fantasia da una quotidianità troppo monotona e opprimente”. Se li invitassero a Porta a Porta ce lo spiegherebbero meglio di Paolo Crepet.
CHRISTIAN D’ANTONIO