«Il Rovo e la Rosa rappresenta il punto d’incontro, la “saldatura”, fra la mia produzione per così dire “pop” ed il mio lavoro di ricerca sulla musica antica che ha prodotto, e continuerà a produrre, la collana “Futuro Antico”».
Lo afferma Angelo Branduardi, in concerto a Roma il 29 marzo (ore 21:00) all’Auditorium Conciliazione. L’organizzazione è a cura della Ventidieci.
«I brani dell’album – spiega Branduardi – appartengono alla stessa area musicale e geografica e, dal punto di vista storico, si possono collocare nell’epoca delle “ballads” del periodo elisabettiano. Alcuni dei titoli fanno parte del mio passato remoto, risalgono all’esordio della mia carriera e nel corso di questi anni li ho eseguiti innumerevoli volte, nelle più diverse versioni, tanto da sentirli “miei”, tanto da aver scordato gli originali. Su questi titoli ho voluto compiere un lavoro di distruzione e ricostruzione, non solo musicale ma anche a livello del testo, per riportarli ad una versione filologica e nello stesso tempo inedita. L’esempio più evidente è forse “Mary Hamilton” nel cui testo ricompaiono i cenni storici che all’epoca dei miei vent’anni non erano parsi interessanti e che ora affascinano, in quanto fanno di lei una donna di carne ed ossa, che ha realmente vissuto, che ha realmente sofferto. E come lei reali sono tutti i protagonisti di queste storie, perché reali sono i loro sentimenti, primordiali, senza sfumature…sono marinai che si perdono, inseguendo il miraggio del passaggio al Polo, o donne fragili e forti, come la ragazza turca che attraversa il mare per reclamare il suo amore. Sono peccatori come Mary Hamilton, che abbandona il suo bambino e salirà al patibolo, o la moglie del falegname che, cedendo alla vanità dell’oro, troverà la via dell’Inferno. Sono “diversi” come Silkie, che sulla terra è uomo, ma in mare torna ad essere una creatura misteriosa e remota, o come la sorridente ragazza del ciliegio, la Rosa di Galilea che porta in sé il mistero più grande. Sono amanti disperati ed impossibili come Barbrie Allen ed il suo lord, amanti che solo la morte potrà unire…avvinti in un nodo d’amore, come IL ROVO E LA ROSA».