L’Accademia di Belle Arti di Roma promuove una serie di incontri on line denominati: “BACKSTAGE – I Mestieri del Cinema e dell’Audiovisivo”, riservati agli allievi, che consentano agli interessati di poter dialogare con personalità ed esperti del settore delle Arti Visive.
Tra i primi protagonisti di queste Master Class, organizzate dai Docenti Fernanda Moneta (Regia); Andrea Adriatico (Audiovisivi Lineari) e Daniele Ferrise (Fotografia), la produttrice cinematografica Nicoletta Mantovani, già assessore alla Cultura del Comune di Bologna nonché già assessore alla Cooperazione e Relazioni Internazionali del Comune di Firenze.
Mantovani ha creato la Fondazione Luciano Pavarotti per “mantenere viva la memoria del Maestro Pavarotti e aiutare i suoi allievi”. Nel 2011, ha inoltre dato vita alla Luciano Pavarotti Foundation, con sede a New York. Ha ricevuto anche il premio Città di Sanremo – Dietro le quinte per l’impegno nella valorizzazione della musica italiana ed è manager di Lorenzo Licitra, vincitore di X Factor nel 2017.
Nel 2012, Mantovani ha coprodotto, con Sonia Raule, il film “E la chiamano Estate”, diretto da Paolo Franchi. Ha inoltre prodotto il documentario “Pavarotti” che ripercorre la carriera e la vita del tenore, anche dal punto di vista umano, come marito e padre. Il film, diretto dal regista Premio Oscar Ron Howard (A Beautiful Mind), è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nel 2019.
Il suo incontro in diretta mercoledì scorso, sulla piattaforma Microsoft Team con gli allievi dell’Accademia, è stato davvero molto interessante e molto seguito.
Mantovani ha incoraggiato tutti a provare, iniziare qualche progetto senza timore di sbagliare e raccontato quanto sia importante fare la gavetta senza paura nel mondo del Cinema, anche cominciando a portare i caffè sul set, in modo da poter cominciare a frequentare l’ambiente: “Meglio tanti rimorsi che rimpianti, meglio fare e sbagliare – ha commentato durante l’incontro – Meglio sbagliare e ricominciare. La vita è fatta anche di errori, se noi ci sentiamo parte del sistema. Non pensare che se si fallisce sia per sempre”. Mantovani ha parlato della formazione didattica in America e di quanto sia meritocratico negli stati Uniti il sistema formativo e lavorativo nel mondo del Cinema. “Un fallimento è una occasione per gli americani – ha ribadito durante la live – è fondamentale la capacità di riuscire ad andare oltre uno sbaglio, superare le difficoltà”.
Non sono mancati momenti di commozione durante il colloquio con i docenti e gli allievi, come quando ha parlato della sua malattia: “Quando mi sono ammalata di sclerosi multipla, ho visto tutto nero. Gianni fu molto bravo, disse di guardare la malattia come una opportunità. ‘Adesso hai la possibilità di sentire il dolore degli altri, adesso capisci cosa significa stare male’, mi disse ‘e questo ti permetterà di rivedere la tua scala di valori, i rapporti’. Quando capisci tutto questo, ti gusti le cose in maniera completamente diversa. Da adolescente volevo cambiare il mondo, questa curiosità mi è rimasta e mi ha aiutata ad affermarmi e ad andare avanti”
Durante l’incontro, Mantovani ha anche parlato della sua esperienza politica, come assessore di due diversi comuni italiani: “L’esperienza politica – commenta in diretta – mi è stata utile come crescita personale, è stata una sfida interessante. Io sono più per la ‘politica del fare’ invece mi sono trovata più una politica del parlare, non è colpa delle persone ma di un sistema che è impegnativo. Bisogna conoscere le leggi prima di affrontare un percorso di questo tipo. La politica è stata una esperienza positiva, mi è servita nel percorso per capire un po’ di più il sistema. Ho trovato modi diversi di amministrare, di vivere la politica”.
Durante l’incontro, Mantovani ha parlato anche dei progetti futuri, lanciando un appello a tutte le nuove maestranze, gli studenti e gli appassionati di Cinema: “Ho un film nel cassetto – ha riferito durante la live – dovrebbe essere una storia che porta veramente aiutare anche gli altri a ritrovare il proprio percorso, a sentirsi parte di una comunità, di qualcosa. C’è tanta solitudine in giro e anche tanto buonismo. Vedo però che non c’è quell’amore per la comunità, per tutti noi. La mia idea è quella di fare un film che possa avere un impatto a livello sociale, poter capire un po’ di più noi stessi e per poter capire gli altri e, soprattutto, aiutare gli altri. Abbiamo bisogno di storie che raccontino di personaggi particolari che hanno illuminato il mondo. Oppure film sul tema sociale, come quello della malattia, sia mentale che fisica. Un genere filmico rivolto ad una introspezione ma anche concretamente nell’ottica dell’aiuto. Ho in progetto due film, uno italiano ed uno internazionale. Un musical a Londra, speriamo, nel 2022. Mi piacerebbe anche creare una scuola di musica dedicata ai cantanti lirici. Luciano aveva avviato alla carriera diversi suoi allievi e creato un concorso con cui, alla fine del percorso formativo, un vincitore tra gli allievi più bravi poteva fare un’opera con lui. Arrivavano in 16 in finale, per Luciano non vinceva solo uno ma tutti, tutti poi avevano l’opportunità di lavorare con lui. Luciano era così buono e generoso. La casa era sempre aperta, arrivavano sempre giovani. Dava l’opportunità a tutti, diceva di imparare da loro. Aveva la voglia di insegnare a tutti, aveva questa disponibilità e con i ragazzi, oggi, stiamo cercando di portare avanti questo discorso, non possiamo insegnare canto perché non abbiamo queste capacità, ma cerchiamo di portare avanti il lavoro di Luciano. Il museo, è una casa che parla di Luciano. Quando è scomparso ho pensato che quella casa potesse diventare un luogo di memoria. Sono sei anni che è aperta, vengono da tutto il mondo, anche bambini che non hanno mai visto e conosciuto Luciano ma che si lasciano affascinare da lui e che vogliono imparare a cantare”.
Gli allievi dell’Accademia hanno fatto molte domande, soprattutto sulla produzione, sulle differenze tra l’Italia e l’America, sulla mancanza di finanziamenti e la paura di investire in un settore così complesso e in evoluzione, basti pensare alle nuove piattaforme come veicolo di diffusione dell’audiovisivo. Una situazione molto diversa rispetto a 30, 20, 10 anni fa. “In Italia la produzione cinematografica non è supportata dal punto di vista governativo – commenta Mantovani durante l’incontro su Team – come accade in altre nazioni. Soprattutto per quanto riguarda il Cinema d’autore. Le nuove piattaforme daranno molto più spazio, avvantaggiando la televisione ma offrendo più opportunità a tutti. Sicuramente all’estero sono produzioni internazionali, quindi ci sono sistemi più commerciali, ma sono più meritocratici rispetto a noi. Se fossi uno studente mi orienterei verso questo nuovo campo di azione, quello delle piattaforme, poiché offre nuove opportunità. C’è stato un grande cambiamento poiché di produttori indipendenti non ce ne sono tantissimi. Ci sono le grandi società di produzione, i registi hanno cambiato il loro ruolo nella produzione. Una volta il regista era al servizio del produttore, adesso è il regista che decide come organizzare il set. E’ importantissimo per un produttore trovare il suo tipo di regista”.
Naturalmente, Mantovani ha ulteriormente ribadito quanto sia importante per noi italiani avere un ruolo nelle produzioni cinematografiche ed audiovisive che parlano dell’Italia e delle cultura italiana: “Puoi parlare degli italiani, capire come siamo noi dal punto di vista degli stranieri ma il modo in cui esprimiamo, la forma mentis italiana è diversa. Mettere a confronto le culture è difficile, noi in Italia abbiamo tantissimi talenti ma non gli diamo spazio. Mi meraviglio che in televisione ci siano solo dei format stranieri. Direi di cominciare ad esportare noi, sarebbe importantissimo per la nostra cultura. La Spagna che è molto simile a noi, sforna una fiction al minuto. Sono simili a noi come cultura e non posso pensare che da noi non ci sia volontà di incoraggiare i giovani talenti italiani. Comprendo le difficoltà, la paura a buttarsi in un progetto. La paura di fallire è un ostacolo, sicuramente, ma bisogna imparare a sbagliare, non vedo l’ora di vedere i ragazzi in azione”.
Il suo modo materno e accogliente di relazionarsi con gli allievi è stato di grande incoraggiamento, Mantovani ha parlato molto di sé, raccontando del proprio percorso e dei propri sbagli, spronando i giovani studenti all’azione: “Ho iniziato con il liceo linguistico, poi Scienze Naturali con una passione per gli insetti. Non ero amante dell’opera lirica, che ho vissuto con distacco. Mi sono sposata con un cantante lirico. Ho vissuto la vita per come si presentava. Ho avuto una storia con un uomo molto più grande di me, ho fatto anche degli sbagli, ma comunque ho vissuto. L’importante è vivere, è impossibile immaginare un percorso unitario, non ho mai visto nessuno nel mondo artistico che avesse detto ‘voglio fare il regista sin da piccolo’ che poi ha fatto il regista. Tutto è in divenire, bisogna lasciare le porte aperte e farsi affascinare dalla vita, dovete osare. Io farei così, andrei a guardare la lista delle produzioni di Roma, per dare un’occhiata. Bisogna proporsi, farsi domande. Le relazioni si creano, la rete è importantissima. La pandemia ha creato le condizioni per un cambiamento, si sono aperti nuovi canali, nuove piattaforme. C’è un altro atteggiamento verso l’altro a seguito di questo disastro globale. Provate, Fate un progetto in comune, mettete insieme i cervelli. Quando si lavora tutti insieme vengono fuori delle meraviglie. Ho una figlia di 18 anni, quindi questa sensazione di rabbia, di solitudine che voi state vivendo l’ho vissuta direttamente. Per me e mia figlia è stato utile convertire il disagio in qualcosa di utile. Abbiamo utilizzato il tempo per fare qualcosa di utile, senza buttarlo via. Abbiamo sfruttato il momento per ritrovare noi stessi, questa pandemia ci ha dato la possibilità di chiarirci le idee. C’è voglia di andare a vedere film, concerti, uscire. Nel primo periodo c’è stata la voglia di superare, cucinando e tenendosi occupati. Nella seconda fase è stato più difficile. Ma bisogna superare tutto ed andare avanti”.
Un incontro bellissimo, molto interessante dal punto di vista umano e didattico, questo con Nicoletta Mantovani. Oltre un ventennio fa, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma, non avrebbero mai immaginato che piattaforme come questa avrebbero consentito di fare dei corsi on line o di incontrare gli autori e gli operatori dello spettacolo attraverso un canale telematico. Per qualcuno di noi, che aveva studiato anche all’estero con il programma Socrates-Erasmus e aveva avuto modo di utilizzare internet (a partire dagli anni novanta) o di utilizzare il computer, il futuro era già abbastanza chiaro, ma con molta fatica molti di noi negli anni ’90 hanno provato a far accettare persino l’utilizzo del computer ai docenti di allora. Agli occhi di un giovane studente questa sembrerà preistoria, ma sono andate così effettivamente le cose. E tra 10, 20, 30 il mondo dell’audiovisivo sarà ancora diverso.
A distanza di oltre 25 anni la rivoluzione digitale è riuscita ad imporre dei cambiamenti nel modo di vivere, nella didattica, nel modo di realizzare i prodotti cinematografici ed audiovisivi. I docenti, per fortuna, sono tutti aperti a questi cambiamenti ed incoraggiano loro stessi l’utilizzo delle nuove tecnologie. Noi della vecchia guardia abbiamo visto l’Accademia di Belle Arti di Roma evolversi e trasformarsi sotto i nostri occhi e questo ci fa immensamente piacere. Gli allievi del nuovo millennio hanno una grande fortuna rispetto a noi delle generazioni precedenti, il mondo è raggiungibile ovunque stando semplicemente a casa di fronte ad un computer o un dispositivo mobile.
Per poter immaginare il futuro è necessario osare ed essere dei visionari e queste doti agli artisti non mancano.
Ci auguriamo che tutti possiate farvi travolgere ed incoraggiare dalle parole di Nicoletta Mantovani, che molto saggiamente ed in un’ottica visionaria, ha incoraggiato gli allievi ad osare e proporsi. I nuovi strumenti tecnologici, le nuove piattaforme e tutti i sistemi di diffusione dell’audiovisivo attuali, super evoluti, possono solo incoraggiare tutti gli allievi ad essere propositivi e pragmatici anche nel processo creativo.
Il percorso formativo: “BACKSTAGE – I Mestieri del Cinema e dell’Audiovisivo” è stato pensato per gli allievi e le allieve iscritti al Triennio e al Biennio in Teorie e Tecniche dell’Audiovisivo. L’organizzaazione rfierisce quanto segue:
La partecipazione è aperta anche agli altri iscritti all’Accademia, fino ad esaurimento posti. Gli allievi possono inviare, almeno un giorno prima dell’inizio di ogni incontro, le proprie domande da porre all’ospite, indirizzandole all’email dedicata. Alla fine di ogni incontro, entro una settimana, gli allievi possono comporre una breve relazione, in forma scritta (massimo 2 cartelle); di audiovisivo (durata massima 3 minuti); di podcast (durata massima 2 minuti).
Di volta in volta, la migliore relazione sull’evento, a giudizio dei Docenti partecipanti al progetto, viene pubblicata a firma dell’autore sui canali dedicati. Agli allievi che partecipano agli eventi – ogni evento ha la durata di 3 ore – sono riconosciuti dei CFA (Crediti Formativi Accademici), secondo Regolamento Accademico.
Tutte le informazioni sono sul sito e sulla pagina Facebook dell’Accademia di belle Arti di Roma.
Luana Salvatore
Ex allieva dell’Accademia di Belle Arti di Roma – Sede di via di Ripetta