Arriva il nuovo disco di Bugo “Nessuna Scala da Salire” (Carosello Records), dopo l’EP dell’anno scorso Arrivano i Nostri. Il nuovo lavoro discografico dell’eclettico cantautore lombardo esce venerdi 15 aprile in occasione del Record Store Day: scelta non convenzionale che rispecchia a pieno lo spirito e lo stile del personaggio Bugo. I vinili, in tiratura limitata, sono già disponibili sul sito di musicfirst.it (http://bit.ly/Bugo-Vinile-Signed-Edition).
Anticipato dal singolo “Me la Godo”, la versione in cd e digitale sarà invece disponibile dal 22 aprile. Ecco cosa ci ha detto Bugo alla presentazione dell’album a Milano.
Cosa hai fatto dal 2011, anno in cui era uscito il tuo disco precedente?
Mi sono trasferito in India con mia moglie e ci ho vissuto se non a tempo pieno, almeno per lunghi periodi. Un posto davvero diverso, dove ho anche registrato delle cose con dei musiciti locali che però non ho fatto confluire in questo disco. Se ci fosse andato Jovanotti ne sarebbe uscito un lavoro pieno di sitar, ma per me non funziona così. Voglio essere un cantautore rock.
Ti ispiri a qualcuno quando componi?
Per due anni mi è passata la voglia di far musica. I miei padri sono sempre lì, Vasco, Dylan. Anche Morgan è un artista che mi ispira molto, lo stimo ma non credo mai di riuscire a fare qualcosa assieme a lui. Quando si tratta di musica, cerco dei compagni affidabili.
Perché hai fatto uscire un EP prima del disco?
Perché portare tutti i piatti in tavola per i tuoi ospiti? Questo è il mio approccio, volevo far capire che ero ancora un cantante attivo e non volevo bruciare le tappe.
Che impressione ti sei fatto dell’India e come vedevi l’Italia da lontano?
L’India è un posto che mi ha migliorato, mi sono immerso nel loro mood ma non sono mai fuggito dall’Italia. Sono contento di aver visto qualcosa di diverso. E anche di aver rivalutato molto l’Italia, che è un posto splendido che merita maggiore attenzione. Basta lamentarsi, italiani, fate, agite.
Me La Godo, il primo singolo, sembra una prosecuzione di Vado Al Massimo di Vasco.
Volevo fare un pezzo che dicesse: c’è crisi e allora? Fa niente. Se c’è un problema cerco di risolverlo e non è che per tutta la vita sono sempre felice. Le mie canzoni sono dei bozzetti frutto del momento. La prima stesura diceva: Me la godrò. Poi ho pensato, no, aspetta, meglio il presente.
Come ti descriveresti?
Sono molto estroverso, sono interessato alla politica ma non voglio fare musica politica. Voglio essere un cantante battagliero, le storie personali a volte sono più forti, la nostra emotività è la vera resistenza. Non amo le contrapposizioni, voglio che ci sia almeno nella musica unità. A volte gli italiani sono molto criticoni, non perdonano gli sbagli altrui. Nemmeno dei cantanti.
Il tuo pubblico ti scrive, comunica con te?
sono esigenti, non devo far finta di essere simpatico con loro. I miei fan spesso mi criticano, qualcuno mi ha fatto anche dei complimenti. Siamo tutti ipersensibili.
Christian D’Antonio