C’era il pienone allo Stadio Olimpico per i Muse lo scorso 6 luglio. E non è un fatto trascurabile, visto che sono davvero poche le band straniere che oggi possono permettersi di riempire spazi così grandi. Un concerto che promuoveva il loro disco The 2nd Law che li ha visti protagonisti per un anno nell’airplay radiofonico e classifiche internazionali. Lo show, il più grande della storia della band è diventato un filmLive At Rome Olympic Stadium che ora, come consuetudine negli ultimi anni, verrà proiettato in tutta la sua grandezza (audio e video) al cinema per un solo giorno, il 12 novembre in Italia (elenco città che aderiscono qui: http://www.nexodigital.it/1/id_324/MUSE-in-concerto-al-cinema.asp#elencocinema). E dal 3 dicembre la Warner lo distribuisce con in allegato il cd ufficiale in tutti i negozi, in tempo per il mercato natalizio.
Lo abbiamo visto in anteprima. E possiamo assicurarvi che è un concerto eccezionale, che meglio si apprezzerà nella sua versione Blu-ray, ma che al cinema ha il sapore dello spettacolo puro. A cominciare dal suono, pulito e verace (vero è che il missaggio preciso fa la sua parte), con un Matthew Bellamy in grande forma, che si merita davvero la fama di grande front-man che si è conquistato soprattutto con quest’ultimo tour, che ha raccolto nel mondo 2,3 milioni di fan. Il bassista Christopher Wolstenholme è la vera rivelazione dello show, almeno per chi non conosce bene la band britannica. Suona, canta pure su un paio di pezzi, si dimena sulla lunga pedana che squarcia la folla. Una forza che si ripercuote nella musica dei Muse, che a tratti sembrano incrociare l’enfasi dei Queen e il sincopato dei Red Hot Chili Peppers, proprio grazie al suo basso prominente. Le hit non mancano, in primis Panic Station con un simpatico cartoon proiettato sui mega screen, con i soliti potenti della terra che animano i rock show da Zooropa in poi. Certo che qui li si vede ridicolizzati (compreso il papa) e fa effetto. Grande entusiasmo per Resistance e soprattutto Follow Me, con Bellamy inginocchiato davanti a 60mila persone. Giochi intimi per stadi infuocati che ai Muse riescono benissimo, aiutati anche da riprese aeree e dettagli in hd che neanche Madonna si è permessa finora.
CHRISTIAN D’ANTONIO