La prima cosa che ci viene in mente quando la incontriamo è la differenza tra la persona e il personaggio. Ace Wilder, bionda svedese che impazza in tutta Europa in questo momento con il singolo Busy doin’ Nothing (Ace Wilder – Busy Doin’ Nothin’ (Official video)) è molto più, diciamo, “castigata” rispetto all’immagine che ha nei video e nelle foto promozionali. “Mi interessa la moda – ci dice presentando il suo debutto discografico – e a casa ho tutte le annate di Vogue perché mi interessano le storie delle label fashion del mondo. Le studio, faccio ricerca, faccio shopping. Però non credo che la mia immagine sia diversa da come sono, infatti i fans in Svezia mi ringraziano perché non espongo carne a tutti, come fanno in molti in questo periodo”.
Sarà, ma la sua ritrosia scandinava cozza un po’ con l’inno dei “Neet” (Non engaged in education or training) che ha lanciato. “In verità io volevo fare una fotografia di una generazione con questa canzone. Non dico che è bello o brutto essere appagati senza far niente. Dico solo che ci sono ragazzi in giro per il mondo che sono più impegnati nelle beauty farm che a cercare lavoro. Mi è venuto in mente guardando un reportage americano e ci ho scritto una canzone”.
La canzone ha avuto successo perché è figlia di questi tempi, e forse anche l’atteggiamento dimesso in privato e spavaldo in pubblico di Ace è sintomatico di una generazione di nuovi divi che all’improvviso si trovano al centro dell’attenzione mondiale grazie al web. “Io ho sempre voluto far parte del mondo della musica, ho scritto molto per artisti tedeschi per esempio. La differenza è che ora lo faccio per me e mi espongo in prima persona cercando di fare musica che possa rispecchiare le mie influenze. Che vanno dai Bee Gees ai musical. Gli ABBA? Li ho solo scoperti tornando in Svezia da adulta, dopo un periodo negli Stati Uniti”.
Per l’album che sta preparando, la Wilder, che si chiama in realtà Alice Gernandt e che ha adottato questo nome omaggiando l’icona pop inglese degli anni 80 Kim Wilde, si sposterà su territori diversi: “Ci sarà samba, country e molto pop. Voglio essere impegnata e felice facendo questo mestiere. Lo so che è dura, ma la sensazione più bella è capire che quello che farai dipende molto da quello che vorrà la gente. È stato uno shock, ma è avvincente. Non fraintendete il senso della canzone: a me piace lavorare”.
CHRISTIAN D’ANTONIO