L’Inghilterra è brulicante di show natalizi in questo periodo ma il tour più atteso dai 40enni d’oltremanica era sicuramente questo All You Need Is Now dei Duran Duran. Dopo la forzata pausa estiva per problemi di voce del cantante Simon, la band è tornata a calcare i palchi britannici con uno spettacolo rinnovato più nello stile che nella scaletta.
E se nella data inglese in un’incredibile 02 riempita quasi fino all’orlo (20mila presenze) la chicca per i fans più accaniti erano i personaggi celebri che si agitavano al ritmo dei successi anni 80 (c’era tutta la famiglia Le Bon, Anthony Price, Philip Tracey) le sorprese musicali non sono mancate. Dopo l’attacco decisamente incerto di Before The Rain, che evidentemente emoziona anche rockstar consumate come Simon e co., il gruppo si è lanciato in una travolgente night version di Planet Earth. Dal secondo pezzo, tutta l’arena in piedi, a gioire del revival (Is There Something e A View To A Kill riproposte fedelissime ai dischi) e di cover inaspettate (White Lines e Relax fusa con Wild Boys). In mezzo i pezzi più sostenuti dell’ultimo album tra cui Blame The Machines, con un divertente intro parlato di Nick Rhodes che ha detto al pubblico di aver evitato le trappole della stampa scandalistica non essendosi mai fidanzato con un calciatore. Un altro highlight è stato l’ingresso di Mark Ronson a cui, secondo Le Bon “dobbiamo tanti meriti per molte delle canzoni che suoniamo stasera”. Hanno rifatto assieme Girl Panic! mentre sugli schermi veniva mandato il costoso video di Jonas Ackerlund con le modelle anni 90 che suonano gli strumenti. Meno coinvolgente la pur bella The Man Who Stole a Leopard che evidentemente dal vivo non ha ancora raggiunto lo status di The Chauffeur, pur richiamandola in atmosfera. Sullo schermo passava la divertente notizia legata alla canzone dell’uomo “che ha rubato il leopardo a New Jersey” letta dalla giornalista Nina Hussein, apprezzatissima dal pubblico inglese e lei stessa fan dei Duran Duran. Lo show ha “abbracciato” i social media proiettando live i tweet dei fans dal twitter ufficiale (ma gli schermi erano troppo piccoli per l’immensa arena) e ha puntato anche su un momento di interattività quando 4 maschere sono calate sul pubblico “parlando” con voci pre-registrate dei 4 Duran che incitavano agli applausi. Le Bon, instancabile frontman in gran forma fisica, si è anche gettato un paio di volte nelle prime file per far cantare il pubblico. A giudicare dagli applausi finali, sembra che la band abbia raggiunto un ottimo compromesso tra la contemporaneità e il suo repertorio leggendario, anche se dopo il capitolo con Ronson e questo tour, li si aspetta al momento della verità: reinventarsi coraggiosamente per l’ennesima volta.
CHRISTIAN D’ANTONIO